martedì 15 luglio 2008

L' ORSO E LA PRINCIPESSA

C’ era una volta n un bosco un orso bruno che con l’ andare del tempo era diventato brizzolato … alla mattina, guardandosi allo specchio, si arrabbiava notando che le sue basette erano diventate bianche e che la pancetta faceva fatica a diminuire pur allenandosi due volte a settimana nel bosco.
Tra gli orsi del bosco era uno dei più eleganti; dedicava alle cure quotidiane molto tempo e prestava particolare attenzione al suo mitico ciuffo sale e pepe, che molti gli invidiavano.
La sua grande passione era la velocità, spesso si sedeva sul cucuzzolo della “cresta delle querce” e osservava quegli strani ammassi di lamiera con cui gli umani sfrecciavano per le strade che costeggiavano il bosco. Anche lui sognava di potere un giorno andare tanto veloce da sentire l’ aria sfiorare la pelle, sotto i suoi lunghi peli bruni e grigi.
Gestiva in una caverna un ingrosso di vestiti da cerimonia per gli animali del bosco che si sposavano e aveva un bel gruzzoletto di clienti che gli volevano molto bene perché sapeva dare buoni consigli e rendere eleganti anche gli esseri più ciccioni.
Un giorno, il direttore dell’ ingrosso decise che era necessario avere anche un’ animo femminile che aiutasse l’ orso bruno a gestire l’ attività commerciale e a comprendere i gusti degli animali dell’ altro sesso. Durante i colloqui entrò nella caverna una pantera con scarpe viola da principessa che colpì al primo sguardo l’ orso bruno.
La pantera fu assunta; cominciò ad apprendere dall’ orso bruno i segreti della confezione ed imparò ad apprezzare la mano di un tessuto o il dettaglio di una cucitura.
Nel regno animale governavano regole ferree che volevano che ogni femmina avesse dalla nascita un promesso sposo e la pantera principessa, così la vedeva l’ orso bruno, era stata predestinata da sempre ad un puma che viveva al di là della foresta, oltre il grande fiume. Così si erano sposati e avevano generato un cucciolo.
Nonostante la gioia che le dava il suo piccolo, la pantera non era soddisfatta della sua vita … non si sentiva più desiderata come quando era un giovane e spensierato felino dalle zampe lunghe e continuava a sognare ad occhi aperti l’ arrivo di qualcuno che avesse considerazione di lei e dei suoi pensieri, che potesse farla sentire importante, che le regalasse momenti unici e che condividesse con lei ragionamenti e sensazioni. Cose semplici ma vere e profonde.
L’ orso bruno da parte sua aveva sempre avuto belle orse al suo fianco, alcune facevano le modelle nelle caverne dove aveva lavorato negli anni passati, altre vivevano vicino a lui ai margini della foresta.
Nella comunità degli orsi non esisteva la regola della promessa sposa perché alla base del loro carattere c’ era una certa chiusura, un certo “asocialismo” che non permetteva di creare forti e duraturi legami, tanto che la maggior parte di loro rimaneva “single” per tutta la vita.
L’ orso bruno, da parte sua, era veramente “ORSO”; spesso era nervoso e scorbutico e alla sua età si infervorava spesso perché sentiva il bisogno di avere accanto qualcuno con cui spartire gioie e dolori, a cui parlare di se stesso, regalare un ramo di abete, dedicare una canzone …
Questa combinazione di fattori fece sì che l’ orso bruno e la pantera principessa incrociarono i loro sguardi in un momento magico da cui nacque un amore apparentemente impossibile tra un essere abituato all’ isolamento e alla diffidenza e una creatura che nella vita aveva già visto tanto e aveva bisogno di isolarsi a suo modo.
L’ orso conobbe il cucciolo e smorzò il suo carattere duro grazie alla tenerezza e alla dolcezza del piccolo, che trovò per lui un soprannome e lo accettò come compagno di vita della sua mamma.
La pantera si sentì finalmente una principessa amata e desiderata e scoprì la gioia di parlare parlare parlare, condividendo pareri e opinioni, di imparare da chi aveva più esperienza di lei, di ascoltare della buona musica, di godersi un paesaggio mozzafiato e di trasmettere tutto questo amore ed entusiasmo per la vita al suo bellissimo cucciolo.



A Massimo, che mi fa sentire una principessa ogni giorno di più.
E al mio cucciolo, che ha saputo accettare come un vero ometto i cambiamenti della vita e che, sono sicura, crescerà forte come una roccia.

martedì 1 luglio 2008

è proprio un maschio

Quando era nella pancia pregavo in tutte le lingue perchè fosse un maschio e così ha voluto Dio: quando il ginecologo ha detto " che cos' è quella cosina lì che spunta???" suo padre non c' è stato più nella pelle e ha cominciato a dire "è un pisello, è un pisello, dottore, mi dica che è un pisello!!!"
Eh sì, perchè era un desiderio in comune.
E ora che non siamo più insieme mi chiedo: questo mio ometto come vivrà il rapporto con sua madre quando sarà più grande? Si farà lavare, vestire, toccare da queste mani femminili? Oppure la mia figura lo metterà in soggezione? E le partite allo stadio? Ci verrà anche con me? O mi vedrà solo come la rompiscatole, quella che gli farà fare i compiti tutti i pomeriggi mentre suo padre lo verrà a prendere per andare all' allenamento del pallone?
Chissà ... quel che è certo è che sono felicissima di avere accanto un "uomo" perchè so che mi proteggerà a spada tratta come un cavaliere difende la sua dama, lo so lo so, sono convinta che mi aiuterà a portare in casa la spesa come un boy-scout, mi sosterrà davanti alle malignità dei parenti-serpenti ( quanto vorrei che lo potesse fare già ora ... ), mi appoggerà nelle mie scelte.
Lo so perchè anche io farò così con lui. Passando sopra ogni cosa.