sabato 27 dicembre 2008

a Valentina e al suo futuro

A Valentina, giovane e bella, sicura ma fragile, fiera ma solare, sorridente ma seria.
A Valentina e al suo futuro, tutto davanti, tanto, tantissimo, da vivere, spremere, alla sua vita da succhiare fino al midollo.
Ai suoi lunghi capelli lisci che vedo svolazzare dalla scaletta dell' aereo, con gli enormi occhi che guardano lontano nei boschi del Canada.
Alla sua testolina, così piena di idee, di speranze, di progetti.
Al suo cuore, colmo di amore, ma libero e bisognoso di spazio.
Alla sua sua anima, che rimanga sempre così.
Ciao Vale, anche da parte del Francy. Fai la brava in Canada, sai che questo te lo dico sempre.

giovedì 25 dicembre 2008

uno schiaffo alla povertà



Ho seguito alla lettera tutte le indicazioni di Francesco e sono andata alla ricerca di ogni gioco che desiderava per non fargli mancare nulla, per renderlo il bambino più felice del mondo, per fargli strabuzzare gli occhi. E alla fine, di fronte alla bicicletta, al banchetto degli attrezzi, al supermercatino con carrello della spesa, al camion con la ruspa, Francesco mi ha chiesto la solita pentola e il solito cucchiaio per "cucinare" le solite noci sulla solita sedia-fornello. Che stupida sono stata, che illusa. Illusa di potergli dare una gioia che avrebbe avuto comunque, anche con un solo gioco, anche con il gioco dell' anno scorso. Tutto questo per colmare un vuoto che non c'è perchè Francesco non è un "poverino", anzi, è un gran figo. Sta dando una lezione di vita a tutti, compresi i suoi genitori.
Ci sta facendo capire che crescerà forte, camminerà sicuro e fiero, infrangerà cuori e ... diventerà cuoco. Eh, sì, altro che biologo marino come vorrebbe la sua mamma, sarà uno chef.
E se la tavola è complice dell' amore, lui con i suoi occhi verdi, le mani grandi, i piedi come quelli della mamma ( particolare non trascurabile ) ne conquisterà di donne. Purtroppo.
Amore, ascolta la mamma, divertiti, e non portarmi a casa una figa di legno. Per favore!

domenica 21 dicembre 2008

come in un film

Sembrava un film di quelli in cui i compagni di classe delle superiori, ormai tutti presi dalle loro vite, dai loro amori, dai loro figli, si ritrovano nella casa di uno di loro a ricordare e discorrere dei vecchi tempi. Forse - anzi, sicuramente - nei film i protagonisti non si svegliano al mattino con la voglia di salsiccia fresca da mangiare nella zuppiera con il pane ancora caldo e non cucinano la lepre in salmì, ma il sapore era proprio quello, quello di una rimpatriata tra vecchi grandi amici e i loro eredi, tutti a ridere, straridere con un bicchiere di buon vino in mano e la forchetta sempre a cercare qualcosa in una delle pentole di rame della grande e luminosa cucina.

Francesco alla faccia di tutti ha consumato la sua colazione con alle spalle uno scenario meraviglioso, soprattutto alle prime luci di un soleggiato mattino di dicembre; ha dormito nella quiete di una mansarda con il solo rumore dell' abbaiare dei cani in lontananza, ha assaporato la gioia di essere coccolato da venti persone contemporaneamente e ... ha mangiato la lepre in salmì ... !
E sono sicura che ne è stato felice. Felice come la sua mamma in quei momenti.


Il Monferrato è veramente un gran bel posto.




giovedì 18 dicembre 2008

il tappo mucoso



Uno pensa: esco con i miei ex-colleghi, faccio due chiacchere, un po' di spetteguless sui reduci dell' ufficio, accetto le critiche dell' incontentabile Giuseppe che scruta persin il capello per trovare un difetto ( ma poi tanto lo sappiamo che ci vuole bene ) ... e invece mi ritrovo a parlare del tappo mucoso. Eh, sì, il tappo mucoso, questo sconosciuto. Perchè finchè non sei pronta per il parto non sai nemmeno cosa sia, poi lo vedi e ... ancora non lo sai. Ma in quel momento, credetemi, non te ne può fregare di meno. E te ne dimentichi ... finchè alla cena di Natale degli ex-colleghi salta fuori Giuseppe con questa cosa e ne fa l' argomento top della serata ...

No dai, in realtà alle prime facce schifate della Cory ( che comunque ne ha persi ben tre - eh, sì, signore e signori, ben tre tappi mucosi ... ) abbiamo cambiato argomento e siamo tornati al vecchio sano - e sacro - spettegolo sugli ex-colleghi. Ma sì, perchè l' ufficio in cui lavoriamo, che si voglia ammetterlo o no, è il nostro mondo, il nostro confessionale. E quando te ne vai ti manca e una parte di te rimane lì, seduta alla scrivania dove quando avevi il pancione piazzavi il mezzo litro di latte, il nesquick, la frutta, il kinder cereali e chi più ne ha più ne metta; dove era bello schiacciare F2,F3,F6,F6,F6 e ... sì, ancora F6 ( vuria mai che il programma non mi salva la modifica ); dove era bello farsi sgamare dal presidente ( noi facciamo le cose in grande se no non ci piace ) a ritagliare le sagome di Giuseppe e Stefano da attaccare al portaombrelli; dove era bello - e sottolineo era - andare in ufficio.

Uffa, mi mancate. Un giorno forse pubblicherò una favola che ho scritto per ricordare questa splendida avventura ma adesso no, è troppo presto.

senza te





Ciao amore, questa mattina mi sono svegliata senza te. Senza te nel letto abbracciato a "osso", sul divano in attesa del biberon, nel lavandino per lavare il culetto, sullo sgabello con il body tirato su per farmi vedere che ti sta venendo una pancia da grande.


I nostri riti del mattino hanno il sapore della gioia di vederti, l' odore della notte sul pigiama appoggiato al calorifero, il gusto del latte con il miele millefiori.


Questa mattina non ho potuto vivere queste emozioni, ma ti avevo nella mente, nel cuore, nell' anima. Questa mattina di quasi Natale splendeva il sole e sapevo che eri felice perchè finalmente potevi uscire a piedi con la nonna Rosanna pucciando i piedini nelle pozzanghere e raccogliendo foglie di acero.
E a me basta questo, saperti felice.


Eccoti una canzone che ti renderà il cuore allegro quando l' ascolterai. Me l' ha donata una mia amica che, come me, ha pensato a te.


mercoledì 17 dicembre 2008

una spilla per 3 centesimi


Alla fine ci siamo riunite per ben tre compleanni e un Natale ... mica male, no??? Eh sì, si cresce e aumentano gli impegni, una alle prese con il cucciolo ( io ), una con il lavoro ( Marta ) e una con troppi amici da gestire sotto le feste ( Lauretta ). E il Teo, beh, lui era un intruso, è bastato invitarlo ed è arrivato subito.
Non come noi tre, che per trovarci abbiamo dovuto mandare e-mails e sms a decine. Fortuna che siamo nell' era della tecnologia ... se fossimo state ancora negli anni '60 forse non sarebbe bastato un epistolario. Ma in fondo quel che conta è avercela fatta ed esserne state felici - di vederci e di raccontarcela, questa vita così fitta di emozioni, pensieri, speranze. Questa vita che ci regala momenti tanto diversi ma da condividere.
Una spilla comprata con 3 centesimi, un pullover verde porta fortuna, una crema per il corpo profumata, tante parole, un vestito di maglia e una collana di feltro, un libro sul teatro, gli stivali bordeaux, qualche bicchiere di vino assaggiato anche dai pantaloni del Teo, gli orecchini rotondi e quelli pendenti, il mal di testa, le foto della casa di montagna.
Ah, ... e questa di foto. Vi voglio bene, ragazze.

martedì 16 dicembre 2008

beato Freud che sapeva tutto ...

Uffa, non si sa mai come comportarsi ... secondo Freud - scusate se semplifico un po' un concetto su cui probabilmente lui ha lavorato metà della sua vita - se si gratifica troppo un bambino per aver "evacuato" , si rischia di contribuire alla formazione di una personalità testarda, disorganizzata e restia all' autorità. Al contrario, se non lo si gratifica molto, svilupperà una personalità organizzata, meticolosa ed ostinata.
Ma scusa, con quel faccino come faccio a non dirgli che è stato bravo? Che da un momento all' altro ha dovuto rinunciare a quella cosa fantastica che è il pannolino? A quella cosa che gli permette di non rinunciare alla fase clou del suo cartone animato preferito ( tale Lazy Town ), di lasciarsi andare nel bel mezzo della coda al supermercato permettendo così a sua madre di superare tutti ( perchè hanno cambiato corsia )? Cavoli, lui la fa, te lo dice, tu lo cambi e tricchetetracchete butti via il tutto e non ci pensi più.
E invece no, bisogna toglierlo. Da una parte, sinceramente, con quello che costano e inquinano i pannolini ( che poi che inquinino me ne frega relativamente .. dò più peso al costo ! ) sono anche contenta. Ma dall' altra parte che fatica ... che fatica distoglierlo da quello che sta facendo, portarlo di peso e fargli fare il tutto con i piedini a penzoloni, scomodo come non mai, senza nemmeno una rivista di moto in mano ( gli dò tempo un paio d' anni, poi farà quello che hanno fatto tutti gli "uomini" ).
Senti Francesco, sai cosa ti dico? Che tanto Freud ne inventava sempre una, che finita una "fase", se ne usciva con un' altra. Quindi, secondo i miei calcoli, dopo la "fase anale" ( non l' ho mica detto io!!! ), arriva quella "fallica" ... e allora preferisco gratificarti ora anche se diventerai un testardo, un disorganizzato ed un restio all' autorità perchè quando ti beccherò in bagno con un certo giornalino, vedrai come ti ripiglierai e ridiventerai tanto ubbidiente, organizzato e docile ...
Scherzo amore, fai sempre quello che vuoi. Più o meno.

lunedì 15 dicembre 2008

come si cambia ...



Oggi sono un po' nostalgica ... infatti questa mattina, parlando con la Lauretta durante il nostro consueto appuntamento telefonico, abbiamo discusso di quanto è importante il nostro bagaglio culturale, di quanto e cosa ci è rimasto dell' insegnamento dei nostri genitori e di altre storie "tese" ... ( non è che io e la Lauretta passiamo il tempo a filosofeggiare nel traffico, ma stamattina è andata così ... colpa mia ...).
...
Tutto torna, o quasi. La moda, la musica, le automobili ... gli oggetti e le tendenze nascono prendendo spunto dalle origini, da ciò che è già stato.
Ci sono cose però che, anche volendo, non potranno mai tornare. Questo perchè l' uomo si evolve, è inevitabile, è la legge della natura, la sopravvivenza. Eppure io mi aggrappo ancora a ciò che è stato, lo tengo stretto, nelle fotografie, nel ricordo di mio padre, nelle parole di mia madre, nelle favole che racconto a mio figlio. Lo faccio perchè è il nostro bagaglio familiare e culturale che ci fa crescere. Sono le parole dei nostri genitori e i loro gesti.
Tutti dobbiamo evolverci e diventare grandi, anche se i nostri piedi, se lo vogliamo e se c' è una base solida, rimangono legati con le catene alle nostre radici .
Vorrei tanto che da grande Francesco andasse alla scoperta del mondo, vedesse più cose possibili, incontrasse una miriade di persone, ma mi piacerebbe che un millimetro cubo del suo cervello rimanesse riservato alle persone e ai luoghi della sua origine, come un privé ...

venerdì 12 dicembre 2008

la morosa



E' ufficiale, Francesco è entrato nella " fase della fidanzata ", o, meglio, della morosa, come dice lui.
Di solito nomina quella rincoglionita della "Stephanie", ovvero la co-protagonista di un cartone animato osceno, ma che lui adora, Lazy Town. Ogni tanto mi chiedo se la vede davvero bella, visto che è un cesso e provo ad immaginare cosa percepiscono realmente i suoi grandi occhi verdi.
Ieri sera la Valentina, che è venuta a trovarci, gli ha chiesto chi era la sua morosa. E lui è venuto da me ad abbracciarmi e ha detto " E' la mia mamma! " ... e io mi sono sciolta ... Finalmente ho battuto Stephanie!!!
Quando siamo andati a letto, con il suo biberon pieno di lattuccio, mi ha detto " Mamma, la mia morosa sei tu ma anche la Vale".
Ci sono rimasta di merda ma sono contenta che non sia monogamo già in partenza ... ma sì, fai bene, amore mio ... goditi la vita! Ma ti prego, la Stephanie proprio no, è troppo bruttina.
E comunque, fatemelo dire ... povera la nuora che mi capiterà sotto le mani ...

giovedì 11 dicembre 2008

una ferita profonda

Questa mattina, appena uscita di casa, mi sono trovata davanti una brutta scena ... una ragazza era stata investita. Per fortuna era cosciente e riusciva a camminare, ma aveva una brutta ferita sulla fronte. Mi sono fermata e ho aspettato con lei che arrivasse l' ambulanza, ho cercato di fare qualcosa, più che altro tranquillizzarla, dicendo che non era niente di grave.
In realtà, la cosa era abbastanza seria in quanto la ferita era molto profonda.
Quando è arrivata l' ambulanza, sono andata via e l' ho lasciata in mani sicuramente più esperte. Salendo in macchina ho cominciato a tremare, a sentire freddo, ad andare in panico. A pensare. A pensare che ognuno ha le sue ferite, chi più evidenti, chi più nascoste, chi più superficiali, chi più profonde. La mia è nascosta e profonda. Ma chi mi conosce la vede bene, chiaramente, sul mio viso stanco e sul mio cuore triste.
Chi dovrebbe vederla o rendersi conto che c' è, invece, non lo fa.
Spero che tu stia meglio ora, ragazza ferita. Vedrai che il tempo guarirà in fretta la tua piaga.

mercoledì 10 dicembre 2008

... questo traffico fa pensare ... ( perchè già non lo faccio abbastanza )

E' vero, noi milanesi passiamo metà della nostra vita in macchina ... ore ed ore ad ascoltare la Pina e il Diego su Radio Deejay, a fumarsi una sigarettina, a cantare i Rolling Stones ... mentre si crea una sorta di Grande Fratello, eh sì, perchè diventa un rituale fermarsi allo stesso semaforo tutte le sere e vedere cosa sta guardando in tv la signora che è appena uscita sul balcone ad innaffiare i fiori.
E io, da buona rappresentante della mia "razza", ieri sera, come ogni benedetta sera, me ne stavo in macchina con la mia Radio Deejay, le guance di mio figlio fisse nella mente, l' occhio lungo nella casa illuminata al piano terra del palazzo al semaforo ... e i miei pensieri.
Quando si ha del tempo vengono in mente tante cose, troppe, vecchie, nuove, tristi, felici.
Ieri sera mi è venuta in mente una mia vecchia cara amica ... e l'ho chiamata. Ricordi lontani di quando la mia vita era totalmente diversa, di quando avevo altre priorità, altre preoccupazioni, altre speranze.
Ora è tutto diverso, quante cose sono successe, quante non tornano più, quanto ho riso, pianto, sofferto.
Spero che tu, amica mia, in questi mesi abbia pianto solo di gioia.

lunedì 8 dicembre 2008

che bella la campagna

Quand' ero piccola avevo paura delle mucche, mi arrampicavo da tutte le parti quando vedevo muoversi la mandria o anche una sola mucca verso di me ... invece Francesco vorrebbe abbracciarle, stringerle, accarezzarle, è affascinato dalle loro orecchie, dalla panciona, dal campanaccio, persino dalla loro cacca. Per lui la loro cacca è santa, come lo è per me la sua ... solo che la sua lo è veramente ...

sabato 6 dicembre 2008

l' albero blu




Quest' anno è tutto diverso, tutto tranne una cosa: il Natale. Francesco, ormai nell' età della "ragione" ( ... ), sente l' emozione e trema al pensiero dell' arrivo di questo giorno. Ha imparato persino a fare il conto alla rovescia per l' occasione e ora sa che manca "un mesetto".

L' albero di quest' anno è blu, perchè un maschietto è arrivato in una casa nuova, ma lui, aiutandomi a farlo, ha voluto a tutti i costi mettere anche una pallina "ossa" e una "aancione".

Sotto ha messo la sua letterina a Babbo Natale, che dice, testuali parole:

"Caro Babbo Natale, quest' anno sono stato proprio bravo. Mi porteresti per favore:


  • la bicicletta;
  • la carriola perchè la mia è rotta e l' ho portata alla discarica;
  • l' ovetto kinder;
  • il carrello della spesa;
  • il banco degli attrezzi;
  • il camion che porta la ruspa;
  • le caramelle.

Grazie, ti aspetto, Francesco"

Caro Babbo Natale - e questo te lo scrivo io - ti chiedo di portare a Francesco solo una cosa: la serenità e il perdono - lui sa per cosa.

E a me, ti prego, il suo sorriso ... ma non solo per un giorno, per tutta la vita.