lunedì 26 gennaio 2009

le ceste dell' amore


Eravamo partiti bene: Francesco e Giulio presi dalla pista delle macchinine ( piazzata strategicamente in bella vista prima dell' arrivo dei nostri ospiti ) e noi due in cucina davanti ad un caffé e ad uno splendido mazzo di margherite.

Giusto due chiacchiere, troppo poche, pochissime comparate al fiume di parole che avevamo dentro, giusto qualche piccola allusione alle nostre vite improvvisamente così simili, giusto l' illusione di poterne parlare liberamente, a cascata ... quando i due, annoiati da ben dieci minuti di tranquillità, hanno deciso di esplorare le ceste porta giochi alla ricerca di nuovi spunti.

E fu la guerra.

Sì, guerra, perchè il "gioco" più ambito è stata proprio una paletta schiaccia mosche dell'Ikea diventata ai loro occhi una spada, quelle che compri a gruppi di tre giusto perchè sono lì con il cartello "1€" sopra e ti convinci che magari qualche mosca da schiacciare ce l' avrai anche nella vita. Da noi nemmeno una, manco a pagarla.

Ed ecco allora che le palette schiaccia mosche diventano pezzi aggiuntivi della collezione di cianfrusaglie con cui gioca Francesco. Ovviamente non le ha mai cagate di striscio in questi anni e altrettanto ovviamente ieri se ne trovava solo una ... da dividere in due nani di 3 e 2 anni e 1/2.

La chiacchierata in pace è andata a farsi benedire ed è continuata tra uno scapellotto e un urlo, tra un pianto e una spinta, tra la cucina e il divano, tra il camino e il tavolo apparecchiato. Ma noi ci siamo capite, intese, comprese. Anche così, nella confusione, che poi è il fulcro della nostra vita di mamme e, soprattutto, di donne. Ma non donne così, donne con le palle, cavolo. Donne che decidono ... e che soffrono.


Per questo, amica di un giorno ( che sembra una vita, e spero sarà così ), ti auguro una cosa a cui anche io ambisco e che secondo me è fondamentale per noi stesse e per i nostri figli, ti auguro una cosa, non tante, una sola, essenziale per darti la forza di cui hai bisogno, ti auguro una cosa che sembra facile mantenere ma si perde in un attimo ... ti auguro la serenità, per te e per il tuo splendido bambino.








martedì 20 gennaio 2009

"I have a dream"

Caro Francesco,
oggi è un giorno che entrerà nella storia. E tu ci sei.
Oggi è un giorno che molti hanno sognato. Anche io. E tu con me, perchè eri dentro di me.
Oggi è un giorno che andrà ricordato. E sai perchè? Perchè oggi un uomo nero diventerà il presidente degli Stati Uniti d' America.
Nel 1963 qualcuno disse: "I HAVE A DREAM" e quel qualcuno è stato ucciso per aver sognato e cercato di cambiare le cose. Oggi, in questo giorno, le cose sono cambiate ed il suo sogno si è avverato.
So che nemmeno in futuro potrai comprendere a fondo cosa significa ciò che sta succedendo oggi. Come non posso capirlo io, nata nel 1977, diventata "grande" nell' epoca del consumismo e del capitalismo, quando tutto era già stato ottenuto. O quasi.
Una cosa però l' ho vissuta, anche se ovviamente non in prima persona: la paura della guerra, una guerra scoppiata in un paese confinante con il nostro e talmente vicina da sentire il puzzo della polvere da sparo nell' aria. E questo mi ha lasciato un segno.
I grandi eventi della storia ti rimangono nell' anima e, che siano positivi o negativi, vicini o lontani dal posto in cui vivi, influenzano inevitabilmente la tua esistenza e il tuo futuro, anche se possiamo non rendercene conto.
Anche i nostri piccoli o grandi mutamenti ci segnano inevitabilmente per sempre.
Quando crescerai sarà normale che un uomo nero sia il più importante ed influente al mondo, ma sappi che fino a pochi decenni fa una persona di colore era considerata un nulla.
Per questo, perchè è giusto combattere a spada tratta per ciò in cui si crede, lotta sempre e non lasciare nulla al caso pensando che il tuo giudizio, il tuo pensiero, il tuo voto, non serva. Se hai un sogno - e ti auguro di averne tanti e di crederci - perseguilo finchè non si realizza.
Da madre mi rendo conto che il mio consiglio è alquanto "pericoloso" ma ora sarebbe crudele disilluderti, soprattutto perchè sai quanto credo in ciò che sto scrivendo.
In fondo qualcuno ha detto "il corpo dell' uomo cadrebbe a pezzi se non fosse ben legato dal filo dei sogni". Ed è vero ...

lunedì 19 gennaio 2009

catwalks and freedom

La settimana della moda di Milano significa per me tanto lavoro. Diversamente da quanto si pensa, chi lavora in questo maledetto mondo di fuori i testa non trascorre queste giornate cazzeggiando tra una sfilata e l' altra o girando per le vie del centro pullulanti di giapponesi impazziti a fotografare tutto, modelli striminziti con le facce da bambini, curiose signore dai cappelli stravaganti.

Eh no, no e ancora no. Noi addetti ai lavori in questi giorni ce ne stiamo chiusi nei nostri show-room a scrivere ordini su ordini con i clienti che arrivano trafelati tra una sfilata e l' altra oppure organizziamo quella del nostro "brand" ( ooops, prima ho detto semplicemente marchio ) e diventiamo scemi a rincorrere giornalisti.
Ieri mattina, però, mi sono presa un' oretta di tempo e mi sono goduta una bella sfilata. Un intermezzo di adolescenti che sfilavano con aria malinconica, musica alta e gente affettata ( e non ho detto affrettata ... che poi ci starebbe bene comunque ).
Chi ha creato questa maison non c' è più, era famoso per i suoi colli e per le geometrie, tanto che era definito l' architetto della moda. Ora la collezione è disegnata da due giovani che a me piacciono molto.

Nel frastuono mi sono venuti in mente i fantastici anni '90, quando Milano era veramente la capitale della moda, quando noi adolescenti mangiavano pane e "Elle", quando Via Montenapoleone dominava Via Della Spiga, quando si andava a bere la cioccolata in Via Manzoni e a teatro in Piazza San Babila, quando la nebbia c' era ancora, ma non c' era la crisi, quando ci si gonfiava la frangetta, quando Versace era come un Dio, quando George Michael cantava questa canzone attorniato dalle uniche top-model che, secondo me, si possono definire tali. La classe non è acqua ...

sabato 17 gennaio 2009

la "pussa pussa"



Francesco adora fare il bagnetto nella vasca color cobalto che sembra "i maee" ( il mare ).

Già da piccolo metteva la testolina sotto l' acqua stando in apnea ( credo ) e riempiendosi di shampoo. Da poco tempo, invece, non vuole più lavare i capelli.
In effetti, come dargli torto ... i prodotti per bambini non mi hanno mai convinto sotto qusto punto di vista. A me lo shampoo Jonhson ( "non più lacrime" ) ha sempre fatto bruciare gli occhi.
Il problema è che Francesco non vuole non lavare i capelli per questo motivo, bensì perchè vuole "pussaee" ( puzzare ).
Ormai la "pussa pussa" è un incubo: se anche ci si lava, lo si deve fare senza sapone; se qualcosa è sporco, è figo; se il ciuccio cade per strada magari accanto ad una bella cagata di cane, non si può assolutamente mettere sotto l' acqua; se tento di lavargli i capelli urla a perdifiato " non mi lavammi i capeiii!!!", se c' è una "pussa pussa" da qualche parte, è una cosa piacevole per lui.
In tutto questo sto esattamente in mezzo a due fronti opposti: da un lato mia madre, donna della "vecchia scuola", che mi guarda male quando non dò a Francesco il ciuccio palesemente inzozzato nella terra, sostenendo che i bambini devono farsi gli anticorpi. Quando sono rimasta incinta il ginecologo, controllando i miei esami del sangue, mi ha chiesto stupito se da piccola giocavo nella terra visto che sono venuta a contatto con tutti i virus possibili immaginabili. Non che mia madre sia una zozzona, anzi, tutt' altro, ma, essendo una bella "montanara" cresciuta a contatto con la natura ( beata lei ... ) non si fa certo degli scrupoli in questo senso.
Sull' altro fronte sta il mio pediatra che, pur essendo molto "easy", mi considera un personaggio di Zelig e mi prende per il culo quando gli racconto fieramente di come ho "guarito" Francesco con i metodi della nonna ( tipo il burro su un bernoccolo, per fare un esempio ).
Tirando le somme, la "pussa pussa" è ormai parte integrante della nostra vita e mi sa che ci dovremo convivere per un po'.

mercoledì 14 gennaio 2009

la nonna Bambina

Domenica per pranzo io e Francesco siamo stati invitati a casa di Marta. Già dalla sera prima lui ha cominciato a prepararsi ad assaporare l' euforia dell' arrivo in un posto nuovo. Gli ho raccontato che avrebbe trovato Marta - che lui conosce come la mia amica chic - e la sua famiglia, mai incontrata.
Quando è arrivato non ha fatto un plissé: con le mani in tasca da figo - sapendo di avere tutti gli sguardi puntati su di sè - ha cominciato a raccontare della sua adorata moto e del suo amico immaginario Giovannino.
Spavaldo, andava alla ricerca di "Padro" - "gande gande", nonostante la sua stazza gli facesse paura quando si avvicinava.
Socievole, cercava Gianni per andare con lui a prendere le cose in forno con la manina. Chiaccherone, riempiva Clara di "perchè".
Curioso, osservava la nonna Bambina cercando di capire come una nonna potesse chiamarsi così.
Flessibile, ha accettato di mangiare la pasta al "burro rosso" cucinata da Patrizia, ragionando su questa casa in cui, come nelle favole, il burro poteva essere di tutti i colori dell' arcobaleno.
Marta e la sua famiglia sono persone semplici, genuine, trasparenti. Tutte vestite con gran gusto, ovvio. Anche la nonna. La nonna Bambina, forte e protettiva, da cui Marta ha ereditato lo stile e un certo sesto senso, che le ha procurato il soprannome di "strega" a volte ci fa un po' paura ( Ma questo è un altro capitolo ... ).
Questa nonna Bambina che con un nome così avrebbe avuto il diritto di rimanere tale e di non soffrire.

lunedì 12 gennaio 2009

le carezze



" Cosa fai lì Francesco??? "
" Mi facco e caette ( mi faccio le carezze ), no! Eh ... "
" Ah! ok! Coccoliamo insieme? "
" Nooooo, facco da tooo ( faccio da solo ) "
" Va bene ... "
E sono andata in bagno a piangere. Mi è venuto dentro un groppone.
E lui? Lui se ne stava lì sul divano a coccolare con il suo Barbapapà ...
Che bravo che è. Così ometto. E' più grande di tanti uomini che conosco. Anzi, di tutti gli uomini che conosco. E anche di me, dai, lo ammetto.
Io vorrei avere ancora il cordone ombelicale attaccato. Esagerata??? Mah, non credo. Se fa così a due anni e mezzo, a dieci si compra casa e va a vivere da solo.

sabato 3 gennaio 2009

i punti di vista

Che anno di merda l' anno scorso, vero amore? Proprio da dimenticare, ma non sotto tutti i punti di vista. E questa frase non è affatto da me, è più da Marta. Io non guardo mai tutti i punti di vista. Mi fermo ad uno, al primo, al mio istinto.
Francesco, devi imparare che tua madre è un sagittario ascendente pesci e non è colpa sua se le stelle sotto cui è nata hanno influenzato irrimediabilmente il suo carattere e la sua stessa esistenza. La tua mamma è inevitabilmente istintiva, avventurosa ( vedi sagittario ), oltre che sognatrice ( di sogni sfigati, grazie all' ascendente in pesci ), malinconica ( idem ), pessimista ( ancora idem ) e ... soprattutto, poco pratica.
Ma, ripeto, non è colpa mia. Lo so, lo so, la Lorena me l' ha sempre detto: "l' importante è essere pratici", parole sante. Ma cosa posso farci se io non lo sono per niente???
Almeno se avessi avuto un ascendente meno "etereo" ...
Guardo sempre al cielo e sto a dieci centimetri da terra ( e non sto parlando dei tacchi - se considero anche quelli vado a 20 ) e penso, penso, penso. Faccio un po' come l' F6 di AS400. Continuo a farlo, così non rischio di perdere pensieri fatti in precedenza. Continuo a salvare, a salvare brutti pensieri. Forse dovrei fare un F3 e cancellare tutto. E invece no, accanto ad un bel pensiero, ce ne metto subito un altro brutto, così non rischio troppo. Eppure nella vita ho rischiato, eccome se ho rischiato. Ma quando penso no, non ce la faccio. Penso sempre male. Almeno pensassi male delle persone ... mi sarei presa meno ... meno ... cavoli non rende se non dico la parolaccia ... meno inculate. L' ho detto.
Sai cosa ti dico amore? Io non cambierò mai e ho paura che, crescendo con me, o mi assomiglierai tantissimo o sarai il mio opposto. E' la legge del contrappasso un po' modificata ... o dovrei dire di Murphy??? Tipo: mia madre mette tutto a posto, tutto negli armadi, tu cammini e lei dietro che sistema. Io sono l' opposto, stremata da quest' ordine, sono disordinata e mi piace lasciare le cose fuori, a vista.
Quindi tu sarai o super ottimista ( come qualcuno di nostra conoscenza ) o super pessimista, come me.
Comunque guarda, con questi occhi puoi proprio essere come vuoi ( anche Giuseppe mi darebbe ragione ). Buon Anno amore della mia vita.