venerdì 27 febbraio 2009

un futuro invadente

In "Rimmel" De Gregori diceva "Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente, ma lo zingaro è un trucco. Ma un futuro invadente, fossi stato un po' più giovane, lo avrei DISTRUTTO con la FANTASIA, lo avrei STRACCIATO con la FANTASIA".

Non mi sono mai fatta leggere le carte, ne ho sempre avuto timore. Però ho un futuro invadente. Quello sì. Me lo sono costruita, cavolo, è colpa mia.

Il problema è che - e non so se sia dovuto anche nel mio caso al peso degli anni - ma ho perso la fantasia. Sì, l' ho persa, io che camminavo a 10 metri da terra, io che pestavo le cacche per strada per guardare le nuvole, io che "il destino si costruisce", io che "i sogni sono tutto".

Ora sono diventata come quelli che hanno i piedi ancorati alla terra, quelli che che non pestano le cacche perchè non guardano mai il sole, quelli che credono nel fatalismo, nel destino già scritto, quelli che "i sogni non si avverano MAI".

Confido ancora nel mio segno zodiacale e anche un po' nel mio ascendente.

Confido in loro per tornare a sognare, sperare. Tanto non è che il fatalismo ti renda felice, tanto vale non esserlo ma almeno vagheggiare. Sì, vagheggiare è la parola giusta.

Questo mio futuro invadente in qualche modo lo affronterò, qualcosa mi rimarrà "tra le pagine chiare, tra le pagine scure". Lo regalerò al mio unico amore perchè lui mi ha dato la possibilità di dare la vita . E questo mi sembra già molto, francamente.








domenica 22 febbraio 2009

in volo

In un momento come questo il nostro cuore non poteva che portarci a scegliere due ali come vestiti di carnevale.
Guance rosse, capelli a caschetto, mani rotonde che invadono la piazza , profumo di frittelle, fili multicolore, bocche aperte incantate dai numeri del circo ... mentre una piccola ape corre inseguita da una coccinella ormai cresciuta.
Nulla di poetico, no. No, perchè la coccinella ormai cresciuta sono io; ho passato il pomeriggio a correre dietro a Francesco che scappava da me perchè: "mamma, mi beggogno pecchè unica mamma bettita tei tu!" ( "mamma, mi vergogno perchè l' unica mamma vestita sei tu!" )
( ... )
La sera, dopo aver letto una delle storie di Nonna Coniglia, mi hai detto che oggi non avevi paura dei carri. Lo so, amore che hai avuto tantissima paura, ma sei stato coraggioso, un vero ometto. Magari, se mi avessi considerato un po' oggi pomeriggio, sarei stata ancora più contenta ... no???
Vabbè, l' importante è che ti sia divertito. E che tu faccia sogni d' oro con le farfalle in festa nel pancino ...

mercoledì 18 febbraio 2009

nella pancia


Quando eri nella mia pancia mi sentivo invincibile, avrei potuto conquistare il mondo, se solo me lo avessero permesso.

Ti ho portato al 102esimo piano di un grattacielo per farti respirare il profumo della Grande Mela, ti ho immerso in acque tiepide per farti circondare da cavallucci marini, pesci angelo e delfini, ti ho sfinito da quanto ho camminato, corso, scalato, costruito.

Poi sei uscito dalla mia pancia e, per simbiosi, mi sono sentita piccola e indifesa come te. Il mio mondo di sicurezze e benessere, il mio mondo rotondo e panciuto è stato tagliato insieme al lungo cordone ombelicale che ci teneva legati. Da quel momento io avevo solo 1 minuto di vita e dovevo imparare anch' io a respirare fuori dall' acqua, ad attaccarmi al seno, a vedere.

Oggi ho esattamente due anni, sette mesi e undici giorni, come te. Sento che il mio spirito, dopo la batosta dell' uscita dal tunnel, sta trovando la forza, si sta evolvendo e sviluppando con te.

Mi prendi per mano e mi porti ai giardinetti? Ti prego, ho bisogno di cadere dallo scivolo, sbucciarmi un ginocchio e andare a levare la terra dalla ferita sotto la fontanella.

Per poi tornare a casa saltellando a braccetto con te mentre mi si disfano i codini.
































Foto in alto: Francesco nella pancia della mamma a 14 settimane nel bagno di casa ( suo padre non è mai stato bravo nell' ambientzione delle foto ).

Foto in basso a sinistra: Francesco nella pancia della mamma a 25 settimane sotto il caldo sole dei Tropici.

Foto in basso a destra: Francesco nella pancia della mamma a 27 settimane durante una serata di presentazione della pancia alla società.





















mercoledì 11 febbraio 2009

la fiducia nel domani


Ho fatto interpretare i numeri di Francesco ( 07/07/2006 ) ad un' esperta di numerologia.

Questo è il risultato:


Molto protetto dal cielo, sarà molto spirituale e pulito dentro, viaggerà molto, ma qualcosa mi fa pensare a una passione smisurata per le auto e le moto, e anche per l'equitazione.
Caratteristica dominante è la velocità di pensiero, di ragionamento, di spostamento.
Sarà molto amato e protetto e nonostante sia amante del brivido e del rischio,
in lui resterà l'animo ingenuo e candido di un bambino.


Il leggere queste parole mi ha subito mandato in visibilio, immaginare lui come un Piccolo Grande Principe dall' animo ingenuo e candido mi ha rapito la mente.


Ieri sera a cena una cara amica mi ha sgridato perchè parlo del futuro di mio figlio come se potessi deciderlo io a priori, a tavolino. E mi ha svelato un segreto: se ti prefissi quel che sarà e cercherai di deviare la sua strada in quel senso, non avrai nemmeno il gusto della sorpresa ...

E cavoli, ha ragionissima. E chi ci aveva mai pensato alla sorpresa? Io che sono così curiosa, non posso perdermi il momento in cui mio figlio mi dirà che vorrà essere un biologo marino ... ah, no, oooops, questo quello che vorrei che diventasse, pardon! ...mi dirà che vorrà essere ... vabbè, non mi viene in mente niente, quel che sarà sarà.


E poi devo ascoltare la mia amica, che ieri sera accarezzandomi i capelli e guardandomi nell' anima, mi ha detto di AVERE FIDUCIA NEL DOMANI.

Il domani in fondo mi ha portato la sofferenza, ma anche l' amore e la gioia. E da oggi, che è già domani, prometto a me stessa di scavare, scavare, scavare e stanarla questa fiducia, buttando via tutto ciò che c' è di vecchio in me, fosse l' ultima cosa che faccio. E lo faccio per mio figlio, perchè quel che si merita è una madre spensierata. Spensierata come lui la mattina quando ride con le guance rosse rosse.
Amore, sei proprio buffo. Soprattutto in questa foto.


venerdì 6 febbraio 2009

una volta ancora


Ieri sera una telefonata: una nonna è volata in cielo ...

Non la mia, i miei nonni vivono lì da tanto tempo, tutti insieme. Cecilia, con la cipolla di capelli raccolti nella retina, sta sicuramente girando la polenta nel paiolo, Luigina, esile come un passerotto, controbatte con casoncelli e arrosto guardando le montagne dalla finestra; Andrea sta rodando la sua moto per le vie del centro e Francesco è seduto affamato ad un tavolo.

Anche mio figlio non ha più un nonno, mio padre.

Il mio papà ha sicuramente una nuvola speciale, un posto riservato, ne sono certa. Gliel' hanno concesso perchè deve guardare e proteggere Francesco.
E poi lo deve osservare, vederlo crescere, ridere con il mento uguale al suo ( e al mio ).
Spesso però il mio papà fa capolino sulla Terra: d' inverno si siede sul mio divano e si fa riscaldare dal fuoco del camino e d' estate si siede sotto le fronde del suo albero .
Ce la devo far anche senza di te, papà, lo so, ma a volte vorrei che ti alzassi da quel divano o spostassi le foglie di quell' albero, per poterti abbracciare una volta ancora.

Nella foto da sinistra: l' Angioletti, il Linuccio ( il mio papà ) e il Farmacista.

giovedì 5 febbraio 2009

la patata cucinata

Considerando che la prima parola "vera" detta da Francesco è stata "patata", avrei dovuto immaginare che avrebbe continuato a dimostrarsi curioso nei confronti del soggetto ...
Ieri sera, in bagno, ci stiamo preparando per la nanna. Francesco fissa le mie parti intime ed esclama: "Che bea a tua patata".
- "Grazie, amore mio."
- "E' gaaaaande gaaaaaaande!"
- "Beh, insomma, grande. Dai, è bella."
- "Tiiiiiiii, è beaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!" ... "E' anche cucinata."
- "Come cucinata??? Mi piacerebbe sì che fosse cucinata ... anche tutti i giorni ... anzi, più volte al giorno, se proprio te lo devo dire."
Francesco si mostra particolarmente perplesso. Forse è mglio che certe allusioni cominci a farle quando è un po' più grande, vista la predisposizione.

domenica 1 febbraio 2009

dopo la lotta

Qualche giorno fa una mia collega "blogger" ( un' amante come me di carta e penna non avrebbe mai pensato di entrare a far parte di questa "tribù" ... ) ha pubblicato un post molto toccante sulla solidarietà , non quella "classica" a cui siamo abituati a pensare, ma quella semplice, delle piccole cose, di tutti i giorni. Fin qui tutto nella norma, o quasi, nel senso che toccando questo argomento si sono scatenate reazioni, riflessioni su esperienze personali, malumori, pensieri. Anche io ho detto la mia ... ma non sono riuscita a fermarmi lì e ho continuato a pensarci.

In questi giorni Francesco ha avuto la febbre e mia mamma, che lo cura durante il giorno, se l' è beccata alla grande anche lei. Improvvisamente, con un sms arrivato alle 7 del mattino da una nonna delirante, mi sono ritrovata ancora più sola di prima.


Mi guardavo a destra e trovavo un cucciolo febbricitante e voglioso di coccole, mi giravo a sinistra e vedevo l' ufficio, un direttore a cui rendere conto e dare spiegazioni che tanto non vanno ai bene comunque, mi sedevo a pensare e mi trovavo sperduta, con la spesa da fare, le medicine da comprare ma senza un aiuto che fino a ieri mi era sembrato tanto scontato e che improvvisamente era venuto a mancare.

Nessun altro è venuto a bussare alla mia porta per darmi una mano. Ma visto che le "palle" servono - se le hai, e questo è fondamentale - mi sono arrangiata, pensando a quel post e alla voglia di scappare dal cemento claustrofobico della città che ci isola in container ermetici.

Eh, sì, mi sono arrangiata e mi è venuto persino da ridere trascinando dal box a casa il sacco con la legna da bruciare nel camino e sfidando gagliarda gli sguardi della gente al di là della cancellata che guardava stupita i miei 50 kg di forza.

...

Che sia giusto o sbagliato contare solo su se stessi,
questa la dedico al mio Francesco, a me, a Giovanna e a Rossana .
"C' è un momento che arriva dopo le lotte, le speranze, le disperazioni, dopo le vittorie, dopo le sconfitte, in cui un uomo si accorge che ciò che gli resta è soltanto la propria forza" - da un libro donatomi da Marta.