giovedì 30 aprile 2009

morose, anelli di fidanzamento e tanti grazie


Avrei anche potuto intitolare il post " anelli di fidanzamento e tante grazie " dato che, visto l' andazzo delle cose, avrei anche potuto fare della polemica. Ma non ne ho affatto voglia.

Infatti i miei grazie sono veri e diretti a marilena , che mi ha dato questo premio. Visitare i blog amici e sapere ogni giorno di più qualcosa delle vostre vite è diventato un appuntamento fisso, quotidiano, di cui non potrei fare a meno. Non so se la cosa è grave e non mi interessa. Mi interessa invece di voi, dei vostri bimbi, di quelli che sono nelle vostre pance e di quelli che vi fanno diventare matte. Abbiamo qualcosa in comune: forse l' essere mamme, mamme nella rete, forse la voglia di condividere i nostri piccoli episodi di tutti i giorni. Voi sapete chi siete.

Dopo questa premessa alla Riccardo Fogli - e, credetemi, nella vita avrei voluto tutto ma non paragonarmi a lui e alle sue "storie di tutti i giorni" - passiamo alle cose serie. Non che quelle citate sopra non lo siano, ma da mamme credo mi capiate quando per cose serie intendo che Francesco si è fidanzato. Ed è affar serio, seriamente serio.


Ieri pomeriggio io e Francesco siamo andati a prendere la sua morosa dopo la scuola ( se l' è scelta grande ). Fin qui niente di che, se non che mio figlio si è rifiutato di fare la nanna,iper-eccitato dall' evento imminente.

Data la giornata ventosa e semi-piovosa, siamo andati a fare un giretto alla Toys. Datemi della masochista, lo so, ma dovevo scegliere tra questo e il centro commerciale pieno di carrelli-macchinina, aerei supersonici che con una monetina vanno avanti 30 minuti, angolo delle palline e chi più ne ha più ne metta.

La sua morosa lo ha preso in braccio, lo ha portato in ogni angolino del negozio e gli ha fatto testare tutti, ma dico tutti i giochi con scritto "provami!". Insomma, se non fossi una donna trentenne pienamente sicura di non essere pedofila e se non fosse lei la figlia del celeberrimo Giovannino , me la prenderei io come fidanzata.

Ma Francesco è uno sgamato, se la tiene stretta stretta e con la sua faccia di tolla le ha anche regalato i fiori che aveva strappato dall' oleandro del vicino. Ladro gentiluomo.

Arrivati a casa, dopo aver giocato per due ore con i pezzi aggiuntivi della cassa del supermercato che ho comprato a Francesco ( sono masochista, non scema! ), è cominciata la cena.
Francesco ha mangiato quattro volte più del solito, guardando la sua morosa con gli occhioni a forma di cuore. Ora, solitamente l' amore toglie l' appetito.
A lui no. Stamattina si è svegliato affamato e sorridente.
Con il suo panino in mano, saltellava per la strada salutando tutti e facendo bocconi da leone. Ad un certo punto ha anche detto: "Mamma! Che bel tole candante quetta mattina!!!" ( "Mamma, che bel sole scaldante questa mattina" ).
Ve l' avevo detto: è affar serio. Seriamente serio.
Il capitolo sui participi presenti lo aprirò un' altra volta ( ho un po' di cosine in sospeso, eh??? ).
p.s. giro il mio premio a:
1) Ilaria ,tra pochi giorni mamma;
2) Sonia Luna , la mia cugina ormai irlandese;
3) Rox , e i suoi momenti di vita;
4) Denise , che non si depila;
5) Cinzia , mamma fortunatissima;
6) Ladyeffe , che ha qualche problemino in comune con me ... ;
7) Marilde , grande scrittrice;
8) Snezana , la sua dolce Katy e i suoi meravigliosi disegni;
9) Claudia , una matta - ed è un complimento;
10) Alessandra , incasinatisssssssssima.
11) Silvia , una mamma praticamente perfetta;
Lo so, sono tante, ma in fondo sto donando un premio.

martedì 28 aprile 2009

supermercati

Questa mattina Francesco ha protestato perchè voleva andare alla Coop invece che al Gigante. Così piccolo, così comunista.
Alla fine ha vinto il Gigante, ma solo perchè la Coop ha un parcheggio talmente scemo da scoraggiare qualunque mamma sotto il diluvio universale che era in corso. Quando siamo arrivati, sapendo di essere "in castigo" per alcune marachelle combinate prima di uscire di casa, Francesco ha cominciato diligentemente il giro dei corridoi senza mettere nel piccolo carrello che stava spingendo ovetti kinder, focacce, caramelle, uova, platani cubani, come invece fa di solito.
Ma ad un certo punto le tentazioni che aveva sotto agli occhi e l' incontro con un piccolo nemico pubblico alto quanto lui, gli hanno fatto dimenticare tutti i buoni propositi e, in men che non si dica, il famoso carrellino è stato riempito con una zuppa that's amore verde, i ravioli al prosciutto crudo di nonna amelia, 3 ovetti kinder e l' immancabile platano, che il reparto ortofrutta continua a voler piazzare proprio in basso a destra.
Ovviamente intenzionata a non comprare tutto quello che conteneva il carrellino di Francesco, mi sono sistemata in coda, cercando con un piede di sbarrare la strada a Francesco che mirava ai surgelati e con l' altro a fare lo stesso con il solito vecchietto sgamato che cercava di superarmi. A me fai tutto, ma non questo. Chiedi e ti sarà dato.
Dopo aver capito che doveva starsene lì in coda, Francesco ha pensato bene di rompere il famoso carrellino, con il suo dolce peso. Ed ecco decine di occhi di vecchiette puntati sulla madre del piccolo teppista che ha rotto il carrello; c' è quella che si aspetta una berla e quella che guarda impietosita, ma entrambe sono pronte a farti sentire una merda di madre se fai la mossa sbagliata - cioè, una qualsiasi.
Io me ne sono fregata, ho fulminato mio figlio con lo sguardo, l' ho sgridato e gli ho detto un paio di cosine talmente sottovoce che nessuna rompiballe può aver sentito.
Ma in agguato c' era la cassiera, che per punirmi ha battuto tutti i prodotti nel giro di un nano secondo. Mai vista una cassiera così veloce. Proprio oggi che non avevo fretta. Ovviamente ho creato la coda, tanto ero intontita a guardare la sua velocità megagalattica.
Mi sa proprio che dall' "altra parte" non ci torno più. Ritorno al solito scomodo parcheggio da comunisti.

domenica 26 aprile 2009

il verde che sta nascendo

Ore 9 del mattino. Una grande casa, bellissima, immersa nelle colline. Una ventina di amici, bambini, ragazze. Qualcuno nella grande cucina con la tazza di caffè tra le mani, qualcun altro in veranda, a seguire con gli occhi i rami mossi dal vento. Ci sono ancora le camere da disfare. Ma possono aspettare. La salsiccia è sul tavolo, condita.
Abbiamo tutto il giorno davanti, per raccontarcela.
Ieri sera ho avuto nuovamente la conferma che ci sono persone che non vogliono farmi capire le loro emozioni. E altre che invece credono nel confronto. Di idee, di culture.
Ieri nei boschi si sentiva il profumo lieve del verde che sta nascendo. Oggi vento e pioggia. E profumo di terra bagnata, di legna bruciata.

mercoledì 22 aprile 2009

lay lady lay

Io e X. stiamo ascoltando Bob Dylan.

"Dai, cantami questa canzone guardandomi negli occhi."

"Seeee, figurati. Sai che io non canto" ( il guardarmi negli occhi è stato ovviamente ignorato ... )

"Vabbè, cosa te ne frega ... ci siamo solo noi due ... potresti dedicarmi due parole ... " ( son messa bene, eh, ridotta persino ad elemosinare dediche di canzoni )

"Ma, no ... anzi, guarda, fammi sentire quell' altra ... comecavolosichiama??? One more coffee???" ( ma va' a cagare, va' )

"Sì, sì. Adesso te la faccio sentire"

...

Una riflessione mi sorge spontanea: " Bob Dylan esiste - e questo è un dato di fatto - ergo: anche l' animalo uomo può essere dotato di sensibilità."

E questo mi dà speranza. Anche se Bob Dylan era sempre fatto quando cantava guardando negli occhi una donna. Gli uomini che conosco io, se bevono un pochino di più, ti vomitano sulle scarpe nuove. A lui invece viene in mente di chiederti di stenderti sul suo grande letto d' ottone. E prego gentilmente di voler prestare attenzione a come dice "letto".



LAY LADY LAY words and music Bob Dylan
Lay, lady, lay, lay across my big brass bed Lay, lady, lay, lay across my big brass bed
Whatever colors you have in your mind I'll show them to you and you'll see them shine
Lay, lady, lay, lay across my big brass bed Stay, lady, stay, stay with your man awhile Until the break of day, let me see you make him smile His clothes are dirty but his hands are clean And you're the best thing that he's ever seen
Stay, lady, stay, stay with your man awhile Why wait any longer for the world to begin You can have your cake and eat it too Why wait any longer for the one you love When he's standing in front of you
Lay, lady, lay, lay across my big brass bed Stay, lady, stay, stay while the night is still ahead I long to see you in the morning light I long to reach for you in the night Stay, lady, stay, stay while the night is still ahead.

martedì 21 aprile 2009

il mio essere madre

Cresce e nemmeno me ne rendo conto.
I gradini che continua a fare su e giù con il pisellino all' aria.
La pipì in piedi come i grandi.
La canottiera che si alza davanti perchè ha la pancia.
E le mutandine da abbinarci.
I denti come li lava lui.
Il pettine delle femmine perchè è rosa.
I boccoli biondi.
Il profumo prima di andare a dormire come Marilyn Monroe.
... che notte di pensieri, conti, ragionamenti, quella passata. Ho deciso di scrivere una lettera.

venerdì 17 aprile 2009

il tempo, le distanze e le cose che si muovono in segreto

Ma nulla è costante. In segreto, lentamente, le cose si muovono. In meglio o in peggio. Basta aspettare.
--
Belva Plain

Spesso nella mia vita ho desiderato la staticità. Spesso, ma non per lunghi periodi, solo per pochi istanti. Pochi istanti in cui ero convinta che stando ferma in un punto la felicità mi avrebbe raggiunto. Ma poco dopo, senza nemmeno testare questa teoria, la mia indole "avventuriera" mi riportava alla realtà, la mia realtà, quella di una bambina, ragazza, donna che ferma non sa stare, che non ha la pazienza di aspettare che le cose si muovano, in segreto, lentamente.
Nella mia vita ho sempre cambiato velocemente, per mia volontà o per caso ( o anche culo a volte ): ho deciso di sposarmi in dieci giorni e di assaporare questa felicità intimamente, su un' isola tropicale a cinquemila kilometri di distanza perchè mi sentivo libera e felice di avere un segreto; ho desiderato un figlio e solo dopo un mese ho visto le fatidiche due lineette colorarsi di rosa; ho voluto rendere partecipi i miei cari della gioia della creazione di una nuova famiglia organizzando l' evento in un solo mese allattando, svezzando e non dormendo ... ma ... quando ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle ho aspettato troppo. E gli eventi mi hanno travolta troppo in fretta. Quel che erano le mie sensazioni di mesi sono state portate via in un istante in una stanza di tribunale che sembrava il salotto di Ronald Reagan. Così freddo, così preciso, così standardizzatamente americano ( lo so, lo so, capisco che non avrei potuto aspettarmi maschere africane appese alla parete o lampade vintage degli anni '50 comprate da "chiediallapolvere" ).


Tutti questi passi, questi scalini da salire sono stati accompagnati da persone diverse, che andavano, venivano, giravano intorno a me. Quasi mai le stesse nello stesso momento. O meglio, le stesse persone ma a distanze diverse.


Chissà come mai quando sei giovane e guardi "Sex and the city" sogni di vivere a New York ( quello anche adesso, tutta la vita ), avere tre amiche con cui andare a fare shopping, fare lunghe colazioni, raccontarsi del sesso della notte prima e farti accompagnare ovunque, ad una visita medica, in ospedale perchè hai le doglie, in tribunale perchè ti stai separando.

Ma poi cresci e ti rendi conto che già abitando nell' hinterland milanese parti svantaggiato e il sesso è molto più deludente di quanto avessi immaginato da adolescente e non hai di certo voglia di raccontarlo la mattina dopo.

E poi le grandi svolte della tua vita, che decidi di vivere da sola, perchè ti senti forte, perchè spiegare quello che provi è troppo complicato e ti vergogni anche a pensarlo, perchè le distanze sono cambiate, le pedine si sono spostate, perchè salire i gradini del tribunale da sola è quello che ti serve in quel momento per trovare la forza.

Non è come in "Sex and the city", no. Dove le quattro amiche buttano fuori tutti i loro sentimenti davanti alle frittelle della colazione.

E' vero, le mie amiche, a distanze diverse, ci sono sempre state. Mi hanno capita nel mio strano modo di essere, quando mi sono sposata in segreto, quando ho gridato a gran sospresa di essere incinta ( nessuno se l' aspettava visto che Francesco è stato concepito tra un viaggio in Sud Africa e un altro in Brasile ), quando mi sono "risposata" e l' ho dichiarato talmente poco tempo prima che loro, le mie testimoni, non sono nemmeno riuscite a trovare un abito uguale come avevo chiesto e ...
e quando ho deciso di affrontare da sola il buio dei miei dubbi.
Le mie amiche ci sono. Ci sono come c' erano allora.

Se Marta mi ha truccata al mio matrimonio, Laura mi ha sgridata perchè "non potevo andare in chiesa a piedi" o, ancora peggio, senza calze; se Marta mi ha piazzato in faccia la cruda realtà tante volte, Laura mi ha suggerito di guardare solo l' amore e di non soccombere mai se c' è quello e solo quello; se Marta mi ha accompagnato spesso per mercatini vintage, Laura ha scoperto con me la Milano degli anni '90 e le sue discoteche che a noi sedicenni volevano dire di no; se Marta mi regala una lettera, Laura mi regala una telefonata; se Marta aspetta di prendere l' aereo per andare dal suo amore lontano, Laura aspetta a casa il suo centauro; se Marta l' ho conosciuta perchè all' esame di Russo I aveva degli stivaletti davvero belli, Laura era la mia amica dei week-end da diciottenni a Iseo con la maglia comprata assieme e la foto con le mani sotto al mento. Forse l' unica foto in cui sorrido, mannaggia ai miei zigomi.

Anche adesso si trovano a distanze diverse da me. E mi dicono cose diverse, guardandomi e parlandomi diversamente.

In segreto, lentamente, ci muoviamo e ci giriamo intorno, come ciò che ci succede. Nel frattempo altri uomini, altre amicizie, altre storie si affacciano sulle nostre vite. Staremo a vedere.

Una cosa però lasciatemela dire ragazze: come testimoni portate proprio sfiga. Anche a causa vostra ora mi ritrovo ad improvvisare sedute di yoga ( seeeempre e solo nella posizione dell' albero ) e bordi di lenzuolini al punto croce.

Adesso che mi ci fate pensare, anche le amiche di Carrie di "Sex and the city" le hanno portato una gran sfiga al matrimonio. Ma poi l' hanno accompagnata in una rimediata "luna di miele" in Messico. Beh, siete in debito di un viaggio. Dai, Lou, tu sei anche nel settore ...
Vi voglio bene, ragazze.

lunedì 13 aprile 2009

il faggio e il lappio



Ieri, per Pasqua, sono andata a trovare la mia mamma a Iseo. Come ho avuto già modo di dire qui , è un posto a me molto caro, che ho imparato ad apprezzare col tempo e che ora mi ricorda terribilmente il mio papà.



Ho passato una tranquilla domenica in famiglia, cercando di stare dietro a mia cugina che col vino va spedita ( in fondo a me il nonno Francesco non faceva pucciare il ditino nella grappa come ha fatto con lei ... ), assaporando la fantastica cucina di mia zia Micheline e facendo diventare rossa Barbara, che non voleva parlare del ragazzo che le piace ...

Poi due passi in paese e in giardino, qualche foglia secca strappata dalle siepi, uno sguardo alla vite che tenta di crescere e ai fioroni che già si vedono sul fico.

E quell' albero, il faggio di mio padre. Affrontarlo è sempre difficile per me. Guardarlo nella sua austerità e fragilità allo stesso tempo, ora che non è ancora fiorito.
La terra è brulla sotto di lui, c' è ancora qualcuna delle foglie secche cadute in autunno e che mia madre lascia per proteggere le radici.
E poi c' è un lappio. Sì, un lappio. Un lappio sotto l' albero che amava mio padre, che Francesco adora. L' albero che accoglie mio padre, quando ha voglia di appoggiare la schiena al suo tronco e leggere un buon libro.
La mia vita è così strana, sembra legata da un filo. Sembra che tutto si ricolleghi, torni, giri. Forse tutte le vite sono così, forse ci passano davanti tanti piccoli segni che troppo presi dalle nostre cose non guardiamo.


Un lappio non si era mai visto in tutto quel giardino e ora è spuntato sotto quell' albero. Un piccolo lappio che vedi solo se ci vai vicino. E' il nonno Angelo che vuole proteggere Francesco.


Vorrei solo che mia madre capisse che lui c'è ancora, è lì che la guarda, che ci guarda - E' lì sotto il suo albero e si sente bene, protetto, come lui proteggeva noi, mamma, come fai a non vederlo, a non crederci???



Comunque, ti voglio bene, mamma. Tu, così diversa e uguale a me, tu che ti commuovi davanti ad un film ma se dovessi leggere queste righe scoppieresti in una risata, tu che per te Pasqua è mangiare il capretto, e non resurrezione.
E invece io lo spero proprio che questa sia una Pasqua di resurrezione, per me e per te. Te lo meriti tanto, più di me.

Abbiamo i visi segnati in questa foto scattata ieri, in giardino. Quegli zigomi pronunciati si vedono ancora di più quando siamo stanche.


E poi non siamo brave a posare, anzi ci viene sempre la faccia da ebete.

Che tu ci creda o no, il papà a Pasqua era lì con noi. Ed è con noi tutti i giorni.





























A sinistra: il faggio di mio padre nel giardino di Iseo - il lappio è troppo piccolo , non si vede; a destra Francesco sotto il faggio fiorito nel maggio del 2008.

venerdì 10 aprile 2009

fiducia

Allora ... sono stata propositiva e mi sono ripromessa di vivere questa Pasqua da sola con un sorriso.
Ma ieri pomeriggio, quando stavo per trovare la mia pace interiore dopo tre sedute di yoga faidatè, quattro tisane rilassanti ( e drenanti, già che c' ero ) e una notte trascorsa dalla Marta a chiacchierare ... mi chiama un mio carissimo amico:

( le parole tra le parentesi sono i miei pensieri )

X: " ciao Paola, come va? ... io sono un po' così ... mi è venuto un velo di tristezza ... "


Paola: ( " hai beccato quella giusta per tirarti su il morale ... " ) " perchè??? cosa sarà mai successo? " ( " con me fanno tutti così, sdrammatizzano ... allora lo faccio anche io" )


X: " ma no, niente di particolare ... è che sono in macchina e penso ad un po' di cose ..."


Paola: " cazzo, X., ci sono già io che penso. Tu non puoi, non devi, tu sei quello che quando devo dire una cosa seria, mi prende in giro e mi dice di non rompere le palle. Se ti deprimi anche tu a chi si possono rivolgere tutte le tue donne??? "


X: " ma no, dai, non è che sono triste, però mi sono proprio reso conto che nella vita devi giocartela solo con te stesso, al massimo tradisci te stesso, ma non gli altri. perchè essere tradito è proprio brutto, a questo punto preferisco non avere nessuno e fidarmi solo di me stesso. Però adesso sono qui che guardo le montagne assolate e già sto meglio."


Paola: ( " vaff... a te e alle montagne, io son qui in mezzo ai palazzi milanesi ... vabbè, discorso pesantino, proprio adesso ... niente, uno s' impegna ma poi alla fine vedi che la malinconia ti viene a cercare? " ) " ehhh, va bene. hai ragione, ma adesso cosa c' entra? qualcuno ti ha fatto qualcosa? "

X: " no, anzi ... sì. Se pensi a Y, per esempio, eravamo tanto amici poi più niente, non ci salutiamo nemmeno. Se poi pensi a Z, stessa cosa, anzi peggio, mi ha leccato il culo per anni e quando ha ottenuto quello che voleva, non mi ha neanche più chiamato, eccetera eccetera. sai che W. non è nemmeno andato al funerale di XY. ? dopo tutti quegli anni ... "


Paola: ( spinta da un luuungo confronto con un amico, che in questi giorni mi sta impegnando e facendo sputare sangue, avrei voluto buttargliela lì quella della società che è malata, che ci ha alienati, che ci ha portati a pensare solo a questi benedetti soldi e ai nostri interessi ... ma mi avrebbe mandato a cagare subito. E poi non posso incolpare il capitalismo anche per la depressione del mio amico ... ) " sì, va beh, X, lo so è osceno se ci pensi, ma ... non pensarci. In fondo sono persone a cui non vale proprio la pena di dedicare i tuoi pensieri. Come sono arrivate nella tua vita, se ne possono andare ... perchè ti fa soffrire così questa cosa? ci sarà sicuramente qualcun altro che è lì pronto a giocarsela con te, no? E una di questi "qualcun altri" sono io. Non fidandoti di nessuno tradisci comunque te stesso. Perchè rimani solo ... e senza neanche averci provato. "

... ovviamente mi sono commossa da sola, mi faccio questo effetto io. Sono a questi livelli.
Comunque poi la conversazione ha subito preso una piega diversa ed è terminata con una battuta e una risata, come al solito. Così ho salutato il mio carissimo amico ... e, visto che per me è impossibile voltare pagina così velocemente e nella mia testa le riflessioni vanno avanti a oltranza, ho deciso di guardare per la prima volta le immagini dei funerali in Abruzzo. Per farmi ancora un po' del male e per smetterla di ignorare ciò che stavo cercando di evitare da ieri mattina, per non deprimermi ulteriormente. Mi sono fatta il mio bel pianto di un quarto d' ora, un' altra mini seduta di yoga faidaté ( che poi so solo la posizione dell' albero che mi ha insegnato la Lollo ), la tisana l' avevo finita ma va bene così.
Nel frattempo "qualcuno" mi ha distratto, dicendo che "offre le sue case ai terremotati". La domanda sorge spontanea: " Ma dove metterà tutti i tuoi amici che vengono per il G8 della Maddalena quest' estate??? Dà via così la sua bella casa in Sardegna ??? ".
Piuttosto che credere a certe parole e fidarmi di certe persone, preferisco tradire me stessa. Anche perchè anzichè darmi speranza, mi hanno aumentato la tristezza queste stronzate.
Cioè, per un attimo mi ha fatto quasi pena nella sua politica de' noaltri. Mi è quasi parso umano ( spero che mia madre non legga MAI queste parole ). Ma so che non lo è.
Però spero di ricredermi, per il bene di quelle persone. Magari questo fatto così tragico lo ha cambiato, magari ricostruirà l' intero Abruzzo in un anno e 1/2, con sei mesi di scarto, annullerà tutte le duecento leggi che ha fatto per pararsi il culo da quando è al governo, e smetterà di farci fare figure di merda con il mondo intero.
Ah, no, no ... questo è troppo ... se offre la sua casa in Sardegna ai terremotati prenota subito un' intervista con la tv tedesca e racconta a tutti che dal campeggio in montagna sono passati a quello al mare ...
Maaaamma che tristezza. E che fatica dare fiduca alla gente.
Tanto oggi comincio il punto croce. Non vedo l' ora, mmmmhhh ... sono tutta un brivido ...

Che qualcuno mi sgridi, se ha il coraggio. Sì, sì, dico anche a te, M.


mercoledì 8 aprile 2009

ora sì: ovvietà, umiltà e pietà

Ora sì, me la sento. Non di creare un nuovo inno sull' onda di quello della rivoluzione francese come può sembrare dal titolo, ma di parlare di ciò che è successo nei giorni scorsi in Italia.
Il web pullula di post, articoli, video, notizie dell' ultima ora, e chi più ne ha più ne metta.
Persino il famelico facebook - che comincio ad odiare, anche perchè la mia amica Valentina che è partita alla volta del Canada non mi dà sue notizie via e-mail perchè tanto "la trovo su facebook " - ha ottenuto elogi per aver permesso di sapere se erano vivi amici o parenti che abitavano nelle zone terremotate.
Va bene la tecnologia, gli aggiornamenti in tempo reale, la diretta ... ma siamo andati oltre, molto oltre. Ha ragione Marilde , abbiamo mostrato tutto.
Abbiamo anche parlato a vanvera, se è per questo. Abbiamo detto davanti ad una telecamera che "ci sono dei bassi ( sotterranei, credo. ndPaola ) in cui OVVIAMENTE vivevano degli albanesi che dormivano sulle brandine".
E uso la prima persona plurale - nonostante a parlare fosse un solo giornalista - perchè sono una cittadina italiana, inevitabilmente parte di questo popolo che sta inglobando barconi di gente e pullman passati di sgamo alle frontiere. Questo nuovo popolo che non riesce ad accettarlo, nonostante sia erede di quegli italiani che ad inizio secolo sono andati a cercare fortuna al di là dell' Atlantico perchè al di qua di speranze non ne avevano.
Ma non abbiamo più l' umiltà di ammetterlo. No, non è più affar nostro. Noi ora facciamo il G1, G2, G3, fino al G20 e siamo entrati nei "grandi"; noi ora non siamo più quelli che partiamo con la valigia di cartone per la Svizzera, la Germania, l' Argentina, il Canada. No, noi ora siamo quelli che abitiamo dove la gente arriva e spera di trovare l' oro. E invece questa gente ha anche trovato la morte ... insieme a noi, certo. Eh sì, viviamo tutti insieme, non ve ne siete accorti?
Io - e ritorno ad essere io - provo pietà per tutti, allo stesso modo.
Provo una gran pietà in questo momento. Io che sono un caso strano, io che sul filobus guardo gli altri e mi fanno pena, tutti. Ma tutti tutti. E quasi sicuramente saranno mille volte più felici di me, ma il viso stanco della gente mi fa questo effetto, è più forte di me.
Secondo me è colpa del fatto che all' università ho studiato Lingua e Letteratura Russa, tutta quella tundra, quella neve, quel tempo che non passa mai, quel filo di tristezza ... se rinasco mi specializzo in Letteratura americana, magari il capitalismo mi aiuta a fottermene di tutti.
... ma a quel punto non credo sarei felice ... preferisco interessarmi alla gente, IO.

domenica 5 aprile 2009

dirsi "ti amo"

Dal momento in cui un figlio non abita più la tua pancia , prende la sua valigia di ricordi sottomarini, battiti ovattati, speranze fotografate da ecografi, voglie di cioccolata e mandarini, dolori portati dall' impetuosa forza della vita che sta arrivando, e si trasferisce nel tuo cuore. Qui rimane nelle ore che seguono il parto, quando la mente non può ancora ragionare perchè l' unica memoria che conserva è quella di un bambino bagnato, rugoso, STUPENDO appoggiato sul petto.
Solo dopo si sposta nel tuo cervello, solo pochi istanti dopo. Pochi istanti in cui realizzi - per modo di dire - che hai dato la vita. E uno tsunami di timori ti investe e ti trascina lontano, ai piedi di una montagna che ti guarda austera dalla sua cima.
Dal mare alla montagna, dall' acqua tiepida che ti è scorsa tra le gambe ai freddi brividi di un sottobosco. Dalla sicurezza della placenta che racchiude e protegge la vita, alle tue mani, i tuoi occhi, il tuo seno, che ora hanno la responsabilità di svilupparla.
La consapevolezza e la certezza che ce la farai arrivano ancora dopo, dopo i giorni, dopo molte conferme. E molte speranze, tra le quali quella di sentirti protetta a tua volta come una dama difesa dal suo cavaliere , come tu, figlia, senti di dover proteggere i tuoi genitori ( o, almeno, di averlo voluto fare senza esserci riuscita ).
La speranza di sentirsi sempre dire TI AMO dalla persona che ami più al mondo ( nonostante la voce da scema che fai quando cerchi le coccole da lui e vuoi un bacio ):

venerdì 3 aprile 2009

dell' amore e altri demoni

Ciò che ai nostri occhi appare meraviglioso, incantevole, perfetto può diventare istantaneamente paura, insofferenza, orrore. E viceversa.

Il vero colpevole è il demone dell' amore, che fa digerire e assimilare i gesti delle persone e gli avvenimenti della vita con enzimi differenti a seconda dei stati d' animo del momento.

A volte, quando il demone dell' amore ti entra nell' anima, hai l' istinto di comprare una maschera e inscenare un travestimento, ma non per mancanza di personalità, ma perchè tra i suoi effetti collaterali - numerosi, direi - c' è anche un forte bisogno di simbiosi, che ti porta a voler essere un tutt'uno con l' altro, camminando a 10 metri da terra con tanto di sorriso da ebete e accettando qualsiasi invito - anche al motel o alle Cornelle.
E così ti trovi seduta sul seggiolino posteriore di una moto da corsa mentre urli nell' interfono dalla paura alla partenza in impennata al semaforo; partecipi ad interminabili riunioni familiari dove sei obbligata a discutere di quanta cannella si mette nella torta in un live forum che vede come partecipanti la suocera, la consuocera, la comare, la zia e la prozia, oltre a sorella, cugina e nipote; vai al cinema a vedere l' ultimo 007 perchè lui si sente un agente segreto in azione e tu sei la sua bond-girl - peccato che appena vedi la bond-girl uscire dall' acqua con il costume color carne che sta bene solo a lei ti senti una merda.
Il demone dell' amore non fa vedere all' "altro/a" il tuo travestimento, ma esso è ben chiaro ed evidente a tutti gli altri, tanto che amiche e amici, colleghi, parenti, un po' per invidia un po' per sincero interesse, sottolineano quotidianamente il tuo cambiamento.
L' "altro/a", invece, non si accorge di nulla, primo perchè nel 90% delle volte non sa com' era prima la persona che ora sembra conoscere da una vita e secondo perchè il suo demone dell' amore si è impossessato anche di lui/lei ed è pertanto preso/a dal trip del travestimento.
Il problema è che il demone dell' amore è uno che si stufa facilmente ( e particolarmente predisposte sono certe persone e certi segni zodiacali ) e, una volta che questo infido essere fa sciogliere le maschere e buttare i mantelli, escono all aria aperta le vere virtù ma, soprattutto, i veri difetti.
A questo punto, o ci si dispera e si tenta disperatamente ed invano di cambiare la persona che si ha accanto, o si accetta la cruda realtà e si sdrammatizza il tutto con un bel post catartico e la più bella canzone che abbia scritto e cantato quel gran figo di Bruce Springsteen ( secondo il mio modesto parere - sulla canzone, intendo ): BRILLIANT DISGUISE ( brillante travestimento, per l' appunto ). Ci sarebbe anche da aprire un bel post sulla bravura nel travestirsi, ma questa è un' altra storia ancora ...



Brilliant Disguise - bruce springsteen
Caricato da runawaydream


Degli altri demoni??? Beh, avrò tempo per parlarne. Ora come ora mi basta quello dell' amore. E avanza, anche.