lunedì 23 novembre 2009

adesso chiamo il Gabibbo

Quando ho scritto il post sulla mia frattura alla caviglia, erano gia' passati piu' di 1o giorni dall' accaduto ... non sapevo se pubblicare o no questo fatto, non tanto perche' me ne frega di dover passare da sfigata ( anzi, questa e' forse la cosa meno sfigata dei miei ultimi ... boh, 2/3 anni??? ), ma perche' non mi andava di amplificare la cosa, darle importanza ... insomma, volevo un po' esorcizzarla.
L' ho esorcizzata talmente tanto che il giorno seguente, dopo tentativi mantra/yoga/yan & yang, punto croce eccetera, non ce l' ho piu' fatta e sono ritornata in ambulatorio, la mitica "sala gessi".
Che fossero degli incompetenti l' avevo gia' capito quando ero arrivata al pronto soccorso e la gente entrava a uffo, senza un codice di priorita' ... vabbe'.
Alla mitica sala gessi, appunto, riferisco che ho un dolore ATROCE e che DEVONO farmi qualcosa, specificando che IO HO PARTORITO, quindi so BENISSIMO cosa significa il MALE VERO.
A parte che nella fretta mi sono infilata una maglia ( pesante ), ma senza il reggiseno e l' ortopedico probabilmente non ha mai visto un seno nudo, visto che la mia seconda taglia lo rapiva in quel modo.
Mi tolgono il gesso e - sorpresa delle sorprese - scoprono che quest' ultimo era messo male, che mi aveva escoriato la pelle e che avevo una bella infezioncina.
Non solo! Secondo l' arrapato i legamenti sono andati. Vabbe'. E due.
Comunque, essendo passati piu' di 15 giorni dall' accaduto, mi rifiuto categoricamente di rimettere il gesso ( visto come erano andate le cose ) e strappo la grazia di mettere "solo" un tutore per altri 15/20 ( boh, era un terno al lotto per l' ortopedico ), che scopro poi essere uno strumento infernale, che non solo sembra tirarmi i legamenti, ma tenta ( lo so, ne sono sicura!!! ) anche di rompermi le poche cose che non ho rotto in quella caviglia.
Me ne torno a casa e mi imbottisco di antinfiammatori, antidolorifici, immaginette, santini.
Ma dopo due giorni - cioe' ieri - la situazione non migliora.
Spedisco il Moschettiere in farmacia, ma torna a mani vuote. Nessuno da' piu' niente per niente.
Chiamiamo la guardia medica, in modo da poter ottenere una cavolo di ricetta. Niente. Il tenero medico di campagna guarda la mia caviglia come se fosse una protesi inviata sul pianeta Terra da qualche essere malefico e ci dice di andare all' ospedale perche' secondo lui la frattura non e' a posto. Mavaaaaa'??? Sono passati meno di 20 giorni, secondo te e' a posto???
Comunque, non sono riuscita a corromperlo e sono dovuta tornare dagli incompetenti, che questa volta hanno offerto uno spettacolo da record.
Entro e dico che ho un' infezione che non e' passata con gli antinfiammatori e che mi serve la ricetta per un antibiotico, se voglio evitare di operarmi ai legamenti indossando l' attrezzo infernale, alias, il tutore ( ormai siamo amici ... ).
" No, signora, bisogna rifare le lastre, per escludere qualsiasi cosa"
" Ma cosa? Se ho la caviglia rotta e i legamenti andati, cosa cavolo posso avere di piu'? "
Vabbe'. Facciamo 'ste lastre. E tre.
Arrivo dal radiologo e mi dice: " Allora, piede e clavicola"
" Scusi???"
"Ah, no, solo piede. La clavicola no. Si saranno sbagliati"
"Si', ma io non ho rotto il piede, ho rotto la caviglia"
"Ah. Allora mi faccia chiamare"

Torna e spiega che il medico e' stato irremovibile.
Mi fanno la lastra al piede. Raggi X presi a uffo.
Torno dal medico SUPPLICANDO di darmi la ricetta e di mandarmi finalmente a casa. Ma lui mi fa vedere una lastra sul computer del mio meraviglioso piedino "fotografato" dall' alto e ... "MIRACOLO!!! non ha piu' fratture!"
Ho pensato: "Adesso, GIURO, chiamo il Gabibbo. Qui. In diretta. Seduta stante. E' troppo divertente 'sta cosa"
Invece mi limito a dire" "Ok, mi da' la mia ricetta??? Grazie. Comunque io ho rotto la caviglia, non il piede. Grazie lo stesso."
Con l' aria di una che ha il ciclo. Che in effetti era anche cosi'. Tanto lo ha saputo tutto l' ospedale perche' prima di fare le lastre ho dovuto giurare di non essere incinta. E visto che il rincoglionito del radiologo mi guardava come per avere una conferma gli ho detto a voce alta che avevo il ciclo. E non solo. Avevo il ciclo, una caviglia rotta e le scatole girate. Dopo mi hanno fatto firmare il foglio per togliersi da ogni responsabilita'. Si', dopo.
Prima pero' stavo per gambizzarlo. Lui e i suoi amici.
Gabibbooooooooooooooooooooo???
.
.
... che poi a me Striscia la Notizia proprio non piace.

mercoledì 18 novembre 2009

mi sono rotta


Mi sono rotta. Non le scatole. Sì, cioè, quelle sempre. Ma anche la caviglia. E quello che si vede nella foto mimetizzato di nero è un gesso.
Con questo mio pretenzioso mascheramento, la gente pensa che io sia una che si diverta ad andare a danza con le stampelle, visto che sembra che io indossi uno scaldamuscolo mooolto morbidoso ...
Vabbè, in tutto questo Francesco crede che tutto sia come prima e che io possa fare con lui il puzzle gigante sul tappeto senza dover prima organizzare uno spostamento tipo trasporto speciale in autostrada con macchina della polizia al seguito. E stanotte il suo nasino ha deciso di chiudersi, per cui ho scoperto anche di essere abilissima nel portare "acqua di sirmione", siringa di fiosiologica e aspiratore con una mano mentre la stessa usa anche una stampella. Una soddisfazione che non vi dico.
Nel frattempo trascorro le mie giornate scroccando passaggi a destra e a manca. E, per fortuna, oltre al mitico Moschettiere, ho amiche che si prodigano per tenere Francesco qualche ora o portarlo all' asilo.
Nonostante questo, sono stata costretta a fargli saltare due giorni, perchè proprio nessuno poteva portarlo. Lui, strafelice, mi ha quasi supplicato di continuare a rompermi per poter approfittarne e saltare la sua adoratissima scuola materna ...
Tié. Piuttosto divento buona e gliela faccio saltare lo stesso, ma voglio ritornare ad essere tutta intera. E anche in fretta.

domenica 8 novembre 2009

avventure di mercatini e di boschi



Certi giorni mi capitano delle cose che nemmeno se scrivessi la sceneggiatura di un film mi verrebbero in mente ... ( o forse sì, dai ).

Ieri mattina, come d' incanto, mi si è accesa una lampadina nella testa e ho ricordato con immenso piacere che ci sarebbe stato il mercatino dell' antiquariato e del vintage nella piazza di un paese
vicino.
Pane per i miei denti.
Letteralmente, visto che ci sono stata fino alle 2 del pomeriggio e non ho azzannato che un pezzo di cioccolato bianco che ho trovato in macchina al ritorno ( era stato messo solo il pomeriggio prima, eh? Per colmare i miei vuoti e rallegrare Francesco che lo adora ).
.
Per pochi soldi ho trovato dei meravigliosi guantini, che io porto sempre nella mezze stagioni ...

... una spilla degli anni '60 che trovo adorabile, anche se un po' kitch ...

... delle passamanerie degli anni '70 che uso come nastri quando confeziono regali ( una delle mie fisse di cui non ho mai parlato ) ...


... e degli orecchini "bottoni" verde scuro madreperlati, da portare con il cappotto di lana beige o rosso.




Ma il bello deve ancora avvenire ... perchè nel tornare a casa mi sono avventurata in una stradina sterrata che pensavo avesse uno sbocco su una asfaltata o almeno su una più facilmente percorribile dalla mia macchina di ex-milanese.

Invece no, la terra non aveva fine. E mi sono impantanata all' inizio di un bosco rimanendoci un' ora cercando di far uscire le ruote anteriori dalla voragine in cui si erano ficcate. Nell' attesa che qualcuno arrivasse grazie alle vaghe indicazioni che avevo dato ( w la tecnologia ... che ci sta alienando ma che a volte meno male che c' è ) ho provato a scavare la terra da sotto la macchina con un cd dei rolling stones, ho strappato arbusti di ogni genere, anche quelli orticanti ( sì, sì! ), ho bruciato la frizione della macchina, ho guardato e riguardato i miei acquisti provando gli abbinamenti, ho sperato di non incontrare cinghiali o loschi figuri.

Finché un prode moschettiere non è venuto a salvarmi con tanto di cappello, trainando la mia macchina a bordo di un cavallo rosso. Sì, rosso. Da queste parti si usa così ...

domenica 1 novembre 2009

a proposito di forza


E' strano come io mi veda sempre diversa da come mi vedono gli altri. Ed è strano ricevere un premio e sentirsi dire che sono forte. Proprio in questi giorni di pura impotenza.
Allora grazie a Diletta e Yaya e una precisazione: io non sono forte. Faccio la dura e mi butto nelle cose a 100 all'ora ma la sera stringo il cuscino e piango.
E mentre stringo il cuscino e piango, spero di cambiare e di cominciare ad aver voglia di sedermi sulla riva a guardare il fiume , anziché continuare a voler navigare le sue rapide. Perchè so che soffrirei meno.
( tra parentesi: mi scuso per non aver pubblicato e ringraziato prima ma nei giorni scorsi ho fatto da interprete per una persona che aveva dei fornitori turchi in visita in Italia ... e dovevo "interpretare" dal mattino presto alla cena, in cui questi poverini abituati a mangiare solo carne dura appesa ad uno stecchino, scoprivano le bellezze della cucina italiana )
.
Comunque, ci sono vari blog che vorrei segnalare, ma in questo momento ho veramente pochissimo tempo per scrivere. Allora ne segnalo un paio ( Cinzia/Mamma fortunata e Lady/Finché giudice non ci separi ) perchè sono scritti da donne "sole", che poi forse tanto sole non sono. Insomma, come me.
Da donne forti, deboli, dure, fragili, chi lo sa.
E in fondo chi se ne frega. Tanto noi avanti ci andiamo comunque.
.
.
..
p.s. Beba mi ha suggerito di inventare una storia da raccontare a Francesco per fargli capire che non deve picchiare gli altri bambini. Per ora è un piccolo successo, nel senso che è un modo per farlo stare seduto ad ascoltare 5 minuti. Che poi metta in pratica l' insegnamento della storia, beh, per ora la vedo dura.
E a proposito di fiabe, mi è stato chiesto di pubblicare una favola scritta qualche anno fa per un' occasione speciale. Lo farò, Alessandro, Lorena, Bety e Synta. Lo farò perchè per me è stato un momento speciale e perchè è giusto dare testimonianza della forza di questo grande, grandissimo amore.
p.p.s. oggi è un giorno particolare per me. un abbraccio al mio papà che mi guarda dal cielo.