giovedì 28 luglio 2011

Ai miei occhi

Agli occhi degli altri è solo un bambino che pedala su una bicicletta senza più rotelle.
Agli occhi degli altri, non ai miei.



Pizzo {cittadino, romantico}

Queste temperature mi fanno venire voglia di pizzo.
Ho un vestito, di pizzo color panna, che metto per andare in spiaggia con i sandali color cuoio e il cardigan di cotone (per quando rientro, la sera).
Ma ora vorrei qualcosa di più cittadino (o campagnolo...), romantico.
Un po' autunnale, ecco. {Questa mattina le vigne sbucavano fuori da sottilissimi fili di nebbia. Il verde mi è sembrato quasi rosso e l' uva nera nera, come se fosse già ora}





E se questa sera arriverò a casa con questa voglia, ma ancora impossibilitata nell' avere magicamente qualcosa del genere, credo proprio che vestirò la tavola di pizzo.
Almeno lei che può...

mercoledì 27 luglio 2011

Barzellette, shorts e palle

Francesco ha inventato una "barzelletta":
"La gallina fa l' uovo?" "Sì, sodo!" (...)
La dice mille volte di seguito e ride come un matto. 
Ieri sera me l' ha urlata dalla sua camera a non finire. E' venuta la ridarola anche a me.
Poi ho provato a dormire ma non ce l' ho fatta. Tutta la notte a girarmi e rigirarmi.

Stamattina volevo vestirmi così per venire in showroom. Ma oggi non avevo abbastanza palle. Vabbè, dai...posso farlo anche domani.



martedì 26 luglio 2011

Invasioni. Ed evasioni. {Non si cresce mai}

A volte mi chiedo perchè le persone mi mettano nelle mani le sofferenze, come se fossero dei pacchetti.
Me le trovo lì e me le devo tenere. Pesano. Non riesco a portarle tutte insieme, ma nessuno lo capisce. Mi dicono cose del tipo "Tu hai le risorse" oppure "Ah, ma tu vivi nel tuo mondo dove tutto è facile" o ancora "Tu sei giovane, cosa ne vuoi sapere".
Non capisco su quali fatti si basino queste considerazioni. Non capisco nemmeno perchè certe piccole piccolissime parole cattive escano dalle bocche degli altri come se fossero fiato.
Frequento gente più grande di me. E da quando lo faccio, ho capito che non si cresce mai. Nessuno cresce davvero. Anche quendo si è vecchi si può essere pettegoli. O gelosi. O permalosi. O egoisti.
Ma l' età, pur portando quella fastidiosa sensazione di impotenza di fronte al tempo che passa, regala anche un certo senso di superiorità, quella che a volte ho anche io quando mi rivolgo a chi ha magari solo 5 anni in meno di me sputando sentenze e porgendo antipatici consigli dall' alto dei miei anni. Sì, a volte sono antipatica. Ma a mio discapito posso dire che lo faccio solo con chi non mi interessa particolarmente.
Perchè quando parlo con ragazzi più giovani di me, a cui voglio bene, lo faccio aprendomi ai loro sogni.
Cerco di non mettermi in cattedra, perchè odio profondamente quando lo fanno con me facendomi vedere alla lavagna che 34 sono sempre meno di tot. 
Per poi sentirmi dire: "Sì, ma anche io alla tua età la pensavo così". "Anche io avrei agito così". Come se io non lo sapessi. Come se non sapessi che ANCHE ORA farebbero così, se potessero.
La persone, anche quando sono adulte - e anche vecchie, prendono le loro sofferenze e te le mettono in mano. Poi prendono le tue, di sofferenze, e le considerano cosa da poco. Pensano che siano leggere (ma non le hanno mica pesate).
Le persone, anche quando sono adulte - e anche vecchie, prendono per il culo come se fossero adolescenti. Credono che le telefonate si possano nascondere, che le cattiverie vengano sotterrate.
Invadono la tua vita solo perchè stanno due gradini sopra di te.

Questi due gradini fanno la differenza. Questi due gradini e non importa se quelli che hai già salito sono alti il doppio di quelli che hanno salito loro.
Non importa, perchè loro sono più grandi. Sono due gradini sopra. Ma questo, anzichè farti giovare della loro presunta saggezza, ti fa solo penare pensando a quanto uguale ad ora sarai tra qualche anno. Se ora sei una stronza, lo sarai anche dopo. Se adesso sei una cogliona, lo sarai anche dopo. Anche se hai vissuto talmente tanto che è come se avessi vissuto due vite. Non importa, contano solo le schede anagrafiche.

Questa pagina deve rimanere qui, anche se immersa tra i miei consigli di stile. Anche se non c' entra niente. E proprio perchè questo è il suo posto, proprio perchè mi sta esplodendo dentro una voglia di evasione alla faccia dei miei meravigliosi, tanti, POCHI 34 anni, voglio che rimanga scritto anche questo:
"Ma uno...si potrà vestire come cazzo vuole?" *

* come ci chiedevamo io e una mia amica un paio di giorni fa.

mercoledì 20 luglio 2011

Stylish classes in the rain

Questa mattina c' erano 12 gradi quando sono uscita di casa.
Ma almeno il cielo era pulito. Strano, considerando la pioggia inquietante di ieri (inquietante perchè non aveva molto a che fare con un rapido e prevedibile temporale estivo).

In ogni caso, che sia una pioggia improvvisa o annunciata, credo che la maggior parte di noi si sia posto questa domanda ieri, guardando fuori dalla finestra e dando un occhio all' armadio: "Cosa diamine mi metto?".
Acqua (= vietate le scarpe e gli accessori in suede), temperature mattutine decisamente basse rispetto allo standard (= capo outerwear extra d' obbligo), umidità costante, che a metà giornata rialza le temperature e abbassa la cappa sulle teste (= abiti comunque leggeri da indossare a strati).
Quindi? Come uscire indenni da una giornata meteorologicamente parlando "impossibile" ed essere sempre chic? Così!:

Regola  numero 1) se la pioggia vi sorprende una volta uscite di casa, siete giustificate...ma se uscite con colori neon nonostante il cielo grigio...beh, no, non lo siete. Quindi vietati i colori troppo sgargianti - soprattutto se tutti insieme e mischiati (succede spesso e ne ho le prove);
Regola numero 2) indossate materiali che non si rovinano con la pioggia. Il migliore, in questi casi, è assolutamente la vernice. Pratica (se si entra per sbaglio in una pozzanghera e le scarpe si sporcano, basta una salvietta per farle tornare perfette), chic, versatile (pur sembrando un materiale adatto alla sera, la vernice è molto più indossabile di quel che si pensi. Ovviamente, se portata durante il giorno, non va abbinata a giacche smoking o abiti in paillettes...);

Detto questo, ecco qualche esempio:
Black patent in the rain

A me diverte portare le scarpe di vernice (soprattutto le mary-jane's) con giubbini sportivi. O ancora meglio, con le field jackets  in cotone con tasconi ed elastico in vita come si usano quest' anno.

Oppure, se si ha voglia di colori naturali come il beige o il marrone, una proposta è quella di portare un tubino (anche in un tessuto delicato) con un giubbino in pelle. Lo rende più aggressivo e moderno. E il tutto sta bene con gli accessori in vernice. Che possono ritornare sugli stessi colori (alzandoli o abbassondoli di tono per non sembrare un albero :D) oppure virare sul nero, sempre perfetto.

Natural colors in the rain


E infine, se non riuscite a fare a meno del colore, giocate con gli accessori. Il K-way? Capo intramontabile da tenere sempre nell' armadio. Un vero must-have che, tra l' altro, è bellissimo con le scarpe colorate di vernice (e ha il cappuccio incorporato...meglio di così...)

Colorful shoes in the rain


Insomma, mai disperarsi...una soluzione per apparire sempre belle c' è :)

martedì 19 luglio 2011

I dialoghi della camera da letto

Ore 21,11. "Perchè non mi rispondi?" (messaggio del Moschettiere).
{Perchè sono sul treno, amore mio. Non ho sentito}
Ore 21,19. Lo chiamo. Non risponde. Chiamo a casa. Niente.
Salgo in macchina e mentre vado verso casa chiamo infinite volte ma nessuna risposta. Diventa buio. Ho un mal di testa da paura, le tempie sono martellate da colpi continui. La gamba, come al solito, mi fa male. Mi fa pensare che l' operazione che ho fatto è stata davvero inutile. Sogno il letto.
Quando arrivo, alle 22,00, vedo che sono accese solo le luci della camera da letto. In effetti avevo detto al Moschettiere di non prepararmi nulla per cena e che mi avrebbe fatto piacere se lui fosse venuto a dormire subito con me, quando sarei arrivata (di solito lui mi raggiunge dopo). {Avrebbe anche potuto accogliermi all' ingresso, però...}
Entro in casa.
Il Moschettiere mi urla il suo solito "Ciao Principessa" dal piano di sopra.
Ma io ho solo voglia di togliermi i tacchi 12 e prendere qualcosa per il mal di testa e di gamba.
Mi raggiunge. Ma io sono già diventata una iena. E comincio a salire le scale per spogliarmi e buttarmi nel letto.

"Perchè non mi hai risposto?"
"Anche tu non mi hai risposto!"
"Ok! Ma io non avevo sentito UNA chiamata! Tu non hai risposto a 10 chiamate! Se mi fosse successo qualcosa? Se avessi avuto bisogno?"
"Ma non hai avuto bisogno! E poi, ho lasciato il telefono in macchina!"
"Ma tu non potevi saperlo! E perchè non hai risposto al telefono di casa?"
"Non ha suonato. Giuro."
"Ha suonato. Solo che tu sei di sopra, nel letto...come avresti potuto sentirlo?"
Nel frattempo sono già nel letto, con gli occhi chiusi. Mi chiedo - tra una risposta al Moschettiere e l' altra - perchè ho la voglia e la forza di polemizzare su questa cosa del telefono. {Ah, già. Perchè questa è l' ennesima volta}
"Amore, ti amo"
"E allora perchè non rispondi al telefono quando ti chiamo? Non eri preoccupato? Io, sola, al buio, sulla strada..."
"Amore, non c' era nulla di cui preoccuparsi. Non è successo niente. Sono qui con te."
"Ho freddo"
"Ti dò anche la mia coperta"
E mi butta tutte le coperte addosso disfando il letto. Poi si alza.
"Mmmmhhhh. Uffa, ho freddo, un mal di testa allucinante, male alla gamba, sono stanca morta, non mi hai risposto al telefono e adesso mi disfi pure il letto???"
Torna con una coperta ENORME (non so nemmeno dove l 'abbia scovata), pesantissima.
Io sto rifacendo il letto. Mi viene quasi da piangere dalla stanchezza. Ci rimettiamo a letto aggiungendo la coperta enorme e pesantissima solo dalla mia parte.
"Amore. Adesso però calmati. Dove hai male alla testa?"
"Ma che cazzo di domanda è?
Il Moschettire scoppia in una grassa risata dandomi della rompicoglioni.{Non me lo spiego...}
Poi mi abbraccia e mi scalda.
Ecco, era questo che volevo tanto. {se mi avesse anche risposto al telefono, però :D}

mercoledì 13 luglio 2011

Chi ha paura del colore?

Io no!
Qualcuno (non mi ricordo chi e ho perso ore per ritrovare questa informazione senza successo) ha anche detto: "Una donna che ha paura del colore è una donna che non sa vestirsi". Credevo fosse di uno dei miei miti - Yves Saint Laurent - ma forse forse mi sono sbagliata.

In ogni caso, non si tratta di andare in giro vestite come delle moderne "Arlecchine", ma di imparare a vedersi belle anche "allo scoperto", non nascoste dietro ai colori neutri.
Con qualche trucco:
In generale, se si indossa un capo di un colore molto vistoso, è giusto smorzarlo con gli accessori, in modo che risalti sulla persona e che non sembri mai di troppo.
Allo stesso modo, con capi non particolarmente colorati (beige, blu, neri, bianchi...), si può osare con accessori più appariscenti (evitando di abbinare borsa, cintura, scarpe, cappello, guanti e chi più ne ha più ne metta). 
Quello di spostare il colore sugli accessori è, tra l' altro, un suggerimento per chi deve ancora abituarsi all' idea delle tinte forti (ma che si sbrighi, è estate! :D) o per chi ha un fisico che non permette grossi slanci (un seno molto grosso, per fare un esempio).
A proposito, l' altro giorno ero vestita più o meno così:

yellow shoes and multicolor belt


E tutti mi guardavano i piedi. Come se fosse così strano portare le scarpe gialle...

E poi la sera mi sono "addobbata" (più o meno) così (:D):

black & white (+ red shoes)



E tutti mi guardavano i piedi. Come se fosse così strano portare le scarpe rosse...

Ma degli sguardi degli altri bisogna fregarsene. Per questo, con i saldi, mi sono comprata solo pantaloni colorati, buttandomi sui toni di cui ho più voglia in questo momento: il rosa e l' arancio.
Infatti, credo che domani mi vestirò così:

pink and orange - summer!!!


Chi ha paura del colore? Noi no, vero? :)

giovedì 7 luglio 2011

5 ANNI. Storia di un salterello e di due grandi famiglie.

06 Luglio, ore 21. Ti porto a letto una mezz' oretta prima del solito anche se tu non sei d' accordo, vista la forte luce che ancora c' è nell' aria.
Contro ogni mia aspettativa, ti addormenti subito. Corro giù in veranda e, come mi aspettavo, trovo il Moschettiere addormentato, stravolto. Lo sveglio, andiamo a recuperare il materiale nascosto in macchina.
Sotto la finestra della tua camera cominciamo a montare il tuo regalo. Ci mettiamo un paio d' ore. Quando ci sdraiamo nel letto è quasi mezzanotte. E' quasi il sette luglio.
07 Luglio, ore 5,30. Ci alziamo e, mentre il Moschettiere nutre gli animali io finisco di montare il tuo regalo (ovviamente, la parte più semplice). Ti svegli alle 6,30 e subito ti dico di affacciarti alla finestra.
Guardi il tuo regalo e, con fare svogliato e senza dimostrare il minimo entusiasmo, farfugli qualcosa e sfogli un libro preso a caso nella sua libreria. Io lo so, quando sei emozionato fai così.
Dopo poco - e dopo una bella colazione - corri fuori a godertelo. Comincia la giornata. Abbassi la soglia dell' incazzatura mattutina e ridi come un matto, saltando saltando saltando. Ti racconto ancora la storia della tua nascita e poi semino qualcosa, mentre ti guardo saltare.

Verso sera ti dico che devo andare in macchina a prendere una cosa e tu rimani con la nonna. Non sospetti nulla. Come potresti?
Torno con tuo padre. E la sua compagna.
Sono venuti a vedere la casa in cui vivi e tu, con tutto il savoir-faire di cui sei capace, organizzi un giro turistico passando dalla tua camera a quella dei fiori, dal garage alla casa del cavallo e delle pecore.
So che sei felicissimo e a volte trattengo le lacrime, osservandoti.
Quando arriva il Moschettiere, usciamo tutti a cena. TUTTI insieme.
Spegni le candeline dei tuoi 5 anni in mezzo a tutti noi.

Dopo cena salutiamo il tuo papà e la sua compagna e andiamo a letto.
Non riesco a dormire. So che tutto è andato bene, ma io non smetto di pensare. Decido di accendere la luce e leggere. Finisco questo romanzo .
Mi fa scoppiare tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. Abbraccio il Moschettiere piangendo, ma lui non se ne accorge, è stravolto e non si sveglia.
Non resisto, vengo a prenderti in camera tua e ti porto nel nostro letto. Ho bisogno di stare con voi due. Non solo con uno.
Penso ancora.
Vi guardo.
Ho paura. Ho paura di insegnarti a rivolgerti alla vita in un modo che poi ti deluderà.
Ho paura - e tanta voglia - di rivedere una persona con cui recentemente sono stata sul fondo, toccandolo. Vorrei che credesse anche lei che la sua risalita è cominciata.
E' dura. E' dura insegnarti, Francesco, cosa significa la vita. E' dura capirlo anche da grandi.
Ma è bello. E' bello vederti felice in mezzo a tutti noi.

...e' più forte di me: non riesco a non augurarti di avere dei sogni. E di provare ad inseguirli, realizzarli, con tutto te stesso, come ho fatto io. Senza esserne ossessionato, semplicemente lottando per avere quello che desideri - che sia una speranza, un incontro, un' emozione, un amico, una donna, un viaggio, un fiore, un libro.
Non mollare MAI. E mentre te lo dico, tremo di paura.




martedì 5 luglio 2011

Flat, flat, flat {Shoes}

Credo che ormai sia chiaro cosa penso in quanto a tacchi: 12 centimetri oppure ZERO.
In estate, con le gonne corte, gli shorts, i mini-abiti e anche con quelli maxi preferisco la scarpa piatta (anche se con abiti e gonne lunghe ci sono casi in cui mi piace portare il sandalo altissimo).
I sobri sandali bassi in cuoio ormai dominano i miei fine-settimana non lavorativi e si abbinano praticamente a tutto il mio guardaroba. Non amo le ballerine in estate: sono comunque scarpe chiuse e preferisco trovare delle alternative alle scarpe che posso indossare quando il clima è più fresco.
Ho cercato - e ho trovato! - le nuove espadrillas disegnate di BSIDED , da portare con gli shorts.
Le ho prese così: 


Si chiamano "Reborn white blue ballet" e sono una via di mezzo tra le ballerine e le sneakers (disegnate, ovviamente!). Sono scollate, quindi anche più femminili.
Ora voglio andare alla ricerca anche delle "Compton", che copiano la classica scarpa inglese maschile con il disegno a coda di rondine:


I colori e i disegni sono tantissimi. Sono molto comode, originali e io le ho trovate a 30 Euro.
Ci sono tutti i presupposti per lanciarsi verso nuovi inesplorati orizzonti, no? :) (soprattutto se tutti gli altri non osano farlo persi nelle convenzioni...)