venerdì 29 giugno 2012

Papà (...)

Questa sera - come tante altre sere, ma stasera di più - vorrei che ci fossi ancora, papà. Correrei da te per piangere sulle tue gambe. Mi incazzerei, anche. Perché oggi è il mio onomastico e non è più come prima. Come quando, di questo periodo, ero al mare e ricevevo in regalo un puffo nuovo. Quello era il mio regalo per il mio onomastico. Damettere nella cesta dei puffi. Mi incazzerei con te perché non me l' hai mai detto che gli altri uomini non sarebbero stati come te. Che la gente poteva non guardarti in faccia facendoti del male. Che mi avevi cresciuta troppo sensibile per vedere con occhi freddi che certe cattiverie sono gratuite e non ci si può far niente. Che spesso si diventa capri espiatori e non importa se si hanno mille motivi per dimostrare che no, non è così, cazzo. No, si deve incassare e basta. Non me le hai mica dette queste cose. Le ho dovute scoprire io. Come quando è una brutta giornata perché sei rimasta chiusa in ascensore salendo in ufficio e tornando verso casa si è bloccata la metropolitana e tu hai corso come una pazza con in mano i libri che hai comprato per la festa di tuo figlio e sei salita sul treno che stavi male e - ecco - questa giornata di solito non finisce bene. Potevi dirmelo. Lasciarmi una lettera. Invece niente. Solo cose belle, da te. Solo messaggi d' amore e di umanità. E invece, caro papà, le persone, spesso, non sono umane. Se ne fottono della tua sensibilità. Questo perché tu lo sappia. Mi sto sforzando di pensare che anche tu non lo sapessi, come sono veramente le persone. Per darti una giustificazione. Perché ti voglio ancora tanto bene, nonostante tu mi abbia nascosto tutto questo.

martedì 26 giugno 2012

Paola e le Stylish Classes, I Classici. Numero 8, il top di pizzo

Il top di pizzo è uno di quei capi di cui si ha timore. Un po' perché si ha paura che invecchi, un po' perché si teme di aver osato troppo.
In effetti, pur essendo un capo portabilissimo anche durante il giorno, non è assolutamente semplice da abbinare.
Come sempre, bisogna considerare il livello di formalità dell' ambiente in cui ci si trova (se, per esempio, si deve partecipare ad un meeting aziendale, non è il caso di andarci con un top di pizzo) e la propria struttura fisica (attira molto l' attenzione sulla parte superiore del corpo - anche perché non può essere affiancato a capi altrettanto "importanti").
Se il secondo problema non è risolvibile (il top di pizzo è altamente sconsigliato a chi ha un petto troppo prominente), c' è invece una soluzione per chi ha paura di osare troppo o sembrare più vecchia indossandolo. Si può infatti sdrammatizzare con capi più grintosi o accessori giovani e/o sportivi (anzi, si deve: è divertentissimo farlo!).
Una cintura di cuoio da portare in vita, poi, rende subito il top in pizzo un capo decisamente più casual.

Un top in pizzo può essere portato in città, di giorno (se l' ufficio in cui lavorate non richiede troppa formalità o se avete un impegno formale) e io, sinceramente, userei lo stesso outfit anche per la sera - serate di gala escluse, ovviamente (questo è un mio parere molto personale: trovo di cattivo gusto mischiare pizzo, oro o altri gingilli da sera - tipo pailettes).
Basta cambiare gli accessori: una clutch al posto di una borsa a spalla, un sandalo dorato o argentato...ma senza esagerare: il pizzo è già un tessuto importante.


Powder pink lace top with pencil skirt




a white lace top and a pencil skirt



lace top and wide leg trousers


A me piace particolarmente il top di pizzo mischiato a scarpe sportive. Anche per la sera (ovviamente, non per una serata elegante!)
lace top and sneakers


E infine, per il mare. Non è bellissimo andare in spiaggia con un top di pizzo da portare sopra al costume? Di contorno, shorts di jeans o comunque sportivi, di cotone e espadrillas o sandali piatti o un paio di Castaner.



lace for the beach


A presto, con altri classici (sempre e secondo il mio punto di vista)

lunedì 25 giugno 2012

Solidarietà maschile

Tutto è cominciato lo scorso autunno quando, stremata dal fatto che i nostri vestiti fossero ficcati in vari armadi sparpagliati per casa, ho chiesto al Moschettiere di portarne a casa uno che avevamo visto insieme in una stanza-magazzino della casa dei suoi genitori.
A distanza di sei mesi, l' armadio giaceva ancora nella stessa stanza. Il Moschettiere ha quindi confessato che non gli piaceva. Ecco l' inghippo (dirlo prima, mai).
Ho cominciato allora a chiedere preventivi per un armadio su misura (a questo punto...) e, quando ho visto che la cifra era più bassa di quel che pensassi, ne ho parlato con il Moschettiere e abbiamo deciso di acquistarlo.
Da qui, un crescendo di lavori. Uno nuovo al giorno. A volte, anche due.
Tutti interventi sensati, devo ammetterlo, ma senza controllo mio e del Moschettiere (pur essendo lui a proporli):
"Visto che mettiamo un armadio fisso, su misura, ci conviene cambiare quel brutto pavimento che abbiamo in camera" (vecchie piastrelle - ma brutte, in effetti - di una casa di campagna)
"E imbianchiamo"
"Possiamo mettere lo stesso pavimento anche nel corridoio che porta alla nostra camera"
"Amore, già che ci siamo lo mettiamo anche nel nostro bagno?"
"Stavo pensando...non possiamo cambiare pavimento senza rifare l' impianto idraulico, visto che avrà 100 anni"
"Ero qui con il muratore e ho pensato che, visto che c' era una crepa nel soffitto del bagno, era giusto togliere l' intonaco e lasciare a vista i mattoni in tufo" (questo me lo ha detto un tranquillo sabato mattina, quando sono tornata dal torneo di calcio con Francesco e suo padre. E ho trovato il soffitto già mezzo spaccato. Il soffitto, capito?)
"A questo punto, conviene cambiare box doccia e sanitari"
(...)
"Comunque, secondo me, l' armadio è la cosa che ci serve meno in questo momento"

Ecco. Vorrei che provaste ad immaginare il mio sguardo dopo aver sentito queste ultime parole uscite dalla bocca del Moschettiere.
Ma provate anche ad immaginare il suo quando, pur avendogli detto mille volte che non poteva essere così, quel tranquillo sabato mattina ha scoperto che la pozza d' acqua trovata sul pavimento del salone non era opera dei bambini venuti a campeggiare, bensì dei vecchi vecchissimi tubi di un altro bagno. Che ora ci toccherà sistemare.

Il fatto è che chi ci sta rifacendo questi impianti è il mio ex-marito. E lui e il Moschettiere sembrano molto solidali tra loro. Sembra si divertano a disfare e rifare bagni alle mie spalle. Ho paura.

martedì 19 giugno 2012

Paola e le stylish classes, I classici. Numero 7, il maxi pull.

Il maxi pull è uno di quei capi casual che negli ultimi tempi sono stati rivisitati per essere accostati a pezzi meno sportivi o addirittura eleganti.
L' unica "regola" che darei è quella di non portarlo con pantaloni o gonne ampie (esperte astenersi), per evitare l' "effetto mongolfiera".
Mi è capitato di incontrare molte ragazze che, avendo fianchi pronunciati, tendevano ad indossare pantaloni ampi e top stretti credendo di ottenere un effetto smagrente. Io suggerisco di fare l' opposto strizzando un po' di curve in eccesso dentro un paio di pantaloni non troppo ampi (non esistono solo i leggings per questo, ci sono anche i pantaloni a sigaretta, per esempio) e coprendo i fianchi con un maxi pull. In questo modo si porta l' attenzione sulla parte alta del corpo (aiutandosi anche con un gioiello importante al collo) e si evita di concentrarla sulla parte bassa, come invece si fa con un pantalone largo.

Questo è un semplice look da giorno (anche da ufficio - i gioielli variano a seconda del tipo di abbigliamento richiesto all' interno del luogo in cui lavorate).
Io ho abbinato un tacco, ma vanno benissimo anche le scarpe basse (attenzione, con una maglia casual di questo tipo, il look diventa subito sportivo):

White maxi pull


Se avete delle belle gambe (e non troppo seno), portate il maxi pull con una gonna sopra al ginocchio (mini se siete in un ambiente informale), un po' più lunga per l' ufficio o un ambiente più formale.
Gli accessori da usare: se le vostre gambe sono davvero belle, potete azzardare con uno stivaletto alla caviglia, in un colore delicato (senza plateau, mi raccomando! - esperte astenersi) o con una scarpa con il tacco.
Il contrasto tra il maxi pull e il tacco a me fa impazzire. Scegliete comunque colori neutri, non troppo forti, per non rischiare di diventare volgari.

Maxi pull & mini skirt

Maxi pull & mini skirt di paolamaria7 contenente rose gold earrings



Se siete molto sportive, potete trovare nel maxi pull il capo chiave del vostro armadio. 
In questo look io l' ho scelto a righe bianche e blu da abbinare a jeans stretti e sneakers rosse. Ho aggiunto un top di pizzo da portare sotto. E' un piccolo dettaglio che vi renderà più femminili.

Maxi pull, jeans and red shoes

Maxi pull, jeans and red shoes di paolamaria7 contenente ralph lauren sweaters


E per la sera? Il maxi pull è portabilissimo.
Al mare, con un paio di shorts (per favore, non in città!), sandali piatti e un gioiello vistoso. 
In questo abbinamento io ho scelto una maglia molto sportiva (da marinaio, di trama spessa, con bottoncini al collo): è più divertente accostarla ad accessori eleganti.

 
maxi pull, shorts, flat sandals and gold bracelet


Per la città, in una sera di primavera o di tarda estate:

maxi pull, skinny pants, leopard shoes

maxi pull, skinny pants, leopard shoes di paolamaria7 contenente skinny pants

Un maxi pull e un paio di pantaloni stretti neri (non fuseaux), una pochette nera e un paio di sandali leopardati. Stop.

Come sempre vi dico: non fermatevi alle immagini...immaginate! Anzi, immaginatevi:)
A presto, con altri classici (sempre e solo secondo il mio punto di vista) 

giovedì 14 giugno 2012

Lascia che gli alisei riempiano le tue vele

"Tra vent' anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto, che da quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna." 

Mark Twain
da "Cosa tiene accese le stelle", di M. Calabresi.

Ho letto questo libro in un giorno, con la schiena piena di brividi un po' per l' emozione che mi danno sempre i ricordi raccontati e un po' perché in tante frasi - come quella sopra - mi sono riconosciuta. Io, ossimoro vivente: nostalgica del passato e programmatrice di sogni.
Sono nata dopo 17 anni di un matrimonio felice, quando i miei genitori erano più che convinti di non poter avere figli e avevano improntato la loro vita a due, sommersi da vari interessi come il teatro, le uscite con gli amici e, soprattutto, i viaggi.
Essendo nata così tardi, quando i figli degli amici dei miei genitori erano già grandi, sono diventata presto la mascotte del gruppo e sono stata cresciuta da tante zie (in realtà amiche di mia mamma) che hanno riscoperto con me la gioia di riavere un piccolo cucciolo per casa. 
Durante la mia infanzia giocavo tutti i giorni in un cortile con almeno una quindicina di bambini e mia nonna Cecilia mi preparava pane, burro e zucchero per merenda. Di lei mi ricordo gli gnocchi che faceva la domenica, le urla dietro ai bambini che tiravano la palla contro la finestra e la merenda, appunto. Suo marito Andrea è morto prima che nascessi, lei quando avevo 13 anni. 
La nonna Luigina e il nonno Francesco abitavano nel paese di nascita di mia mamma, a due ore di distanza da Milano. Lui è morto quando avevo 6 anni, lei quando ero un po' più grande ma non abbastanza per ricordarmi poche cose di lei (quella più impressa nella mente è il profumo del suo bagnoschiuma, alle rose).
Forse sarebbero morti comunque prima che io diventassi grande, ma di sicuro il fatto di essere nata "tardi" ha contribuito a farmeli vivere poco.
Io mi ricordo, quando ero piccola e guardavo e riguardavo le foto, che mia madre mi raccontava solo sommariamente della sua famiglia: tante cose non le ricordava. E a me questo è mancato. Avrei voluto sapere di più di loro, cosa facevano durante il giorno, quali erano i loro piatti preferiti, come si vestivano, come erano il giorno del loro matrimonio. 
Forse è per questo che amo i libri che raccontano saghe familiari. E forse è per questo che ho deciso di lasciare questo diario a mio figlio. 
Magari crescerà come sua nonna, con la testa sempre avanti a guardare il futuro. 
Ma se sarà come sua madre, che ogni tanto si gira e cerca tracce e conferme del suo passato, ecco, allora gli sarà utile e lo apprezzerà. Nel dubbio, io scrivo.

E se tra vent' anni leggerà queste parole - scritte una mattina di giugno dopo aver letto voracemente il libro di M. Calabresi - forse avrà un motivo in più per lasciare gli ormeggi, esplorare e sognare (anche se spero che a quell' epoca lo avrà già fatto. Esattamente come sua madre - quella gran nostalgica sognatrice di sua madre).

martedì 12 giugno 2012

Paola e le Stylish Classes, i Classici. Numero 6, la camicia di jeans

Verrà forse spontaneo, ma sappiate che è uno degli abbinamenti più difficili in assoluto: camicia di jeans & jeans. No, non si fa. A meno che non si sia davvero "esperte" e/o sicure al 100% che i due toni e - soprattutto - i pesi dei due jeans non cozzino tra loro.
Lasciamo questo abbinamento a chi lo sa portare. Ci sono molti altri modi per indossare una camicia di jeans anche perché rispetto agli anni passati, visto che il denim è stato molto rivalutato, esistono diversi pesi di questo tessuto che aiutano a portarlo in una veste meno sportiva.

La camicia di jeans in un denim leggero, per esempio, è portabile come una classica camicia azzurra. Anzi, ha un di più: essendo comunque meno elegante, aiuta a rendere più giovani i capi classici o il look stesso. Per avere un effetto ancora meno classico ci si fa aiutare dagli accessori.
Esempio: se voglio svecchiare una gonna a tubino beige (o sabbia, tortora, ecc), la camicia in denim leggero è il pezzo giusto. Abbinando delle classiche decolleté, il look diventerà molto raffinato ma non "giovane"; con un paio di sandali con plateau e tacco grosso, invece, si svecchierà in un istante. Ancora di più aggiungendo qualche bracciale colorato.
La borsa rimane in toni chiari che riprendono la gonna: l' effetto giovane è dato dai dettagli (il tipo di scarpa, un accessorio di un tono vivace), non da tanti colori messi insieme a caso.

Light denim shirt (with a classic pencil skirt and yellow shoes)


Come dicevo, le varianti del denim sono ormai quasi infinite. A me piacciono le camicie in jeans con tanto di rouches, volants, dettagli femminili.
Portandole, bisogna solo fare attenzione a non creare l' effetto bambolina. Come evitarlo? Non mettendo, per esempio, gonne svolazzanti e assolutamente non altri volants: quelli della camicia - che siano sul colletto, sul petto o sul bordo - bastano e avanzano.
Abbinate una camicia del genere con dei pantaloni (leggermente) aggressivi, non classici, in un colore forte a contrasto (tenendo come riferimento il tono del denim: se è chiaro può stare bene un corallo, se è più scuro un rosso o un rosa più intenso).
Anche in questo caso gli accessori aiutano a portare il look nella direzione che vogliamo: un paio di scarpe classiche lo riporterebbe all' effetto troppo bon ton (e sarebbe comunque fuori posto).
Una cintura alta che strizza la camicia in vita allunga la figura e rende più aggressiva anche la camicia.
denim shirt (with rouches on the collar) with coral skinny trousers


Se, invece, avete nell' armadio la classica camicia sportiva in denim scuro, cercate di smorzarne l' effetto casual con un paio di pantaloni blu scuro alti in vita e abbinando accessori molto femminili - meglio se neri. Aggiungete un gioiello appariscente, in oro giallo.

denim shirt, blue trousers and very feminine accessories


In una sera d' estate, invece, potete prendere una camicia in denim leggero e chiaro, annodarla in vita e abbinarla ad un paio di shorts (anche in un tessuto raffinato come lo chiffon), dei sandali gioiello (o con qualche dettaglio da sera) e una pochette. Aggiungete un dettaglio che riprenda l' azzurro della camicia, ma cercate di non metterglielo troppo vicino (scegliete un bracciale, non degli orecchini o una collana) per non rischiare che quel colore sia troppo concentrato nella parte alta del corpo lasciando tutto il resto in altri toni.

a light denim shirt with chiffon shorts


Un piccolo consiglio: immaginare dei look indossati non è semplice. Non fermatevi ad una foto, provate a chiudere gli occhi cercando di pensare agli abbinamenti e all' effetto finale dei capi e dei colori mischiati tra loro.

A presto, con altri classici (sempre e solo secondo il mio punto di vista).

martedì 5 giugno 2012

Paola e le stylish classes, I Classici. Numero 5, le scarpe rosse.

Un paio di scarpe rosse non può mancare nella scarpiera di una donna, simbolo di sensualità da dosare però con cura, vista la forza e la prepotenza che hanno su un look.
Il rosso è, infatti, un colore estremamente carico che va accostato agli altri con attenzione, per non rischiare di trasformare un outfit femminile in qualcosa di volgare e troppo esplicito.
Questo non siginifica rinunciare ad un classico della seduzione. 
Come fare?
Premetto che poche persone e pochi look possono permettersi un paio di decolleté di vernice rossa, forse l' accessorio più difficile da portare in assoluto. 
In ogni caso, vernice o non vernice, il rosso rende sempre importante un paio di scarpe; per questo, si deve prestare ancora più attenzione all' incarnato: una bionda dalla carnagione chiara che non può portare il beige - colore che esalta al massimo il rosso - lo abbinerà al blu o al verde, per esempio. E, anziché scegliere un abito rosa cipria da portare ad un party estivo con un paio di sandali rossi, indosserà un vestito di un tono più scuro, comunque abbinabile al rosso (l' abbinamento rosso/rosa è uno dei più femminili e permette di giocare con i toni, rendendo un look giovane/sbarazzino o classico/elegante).

Fate attenzione al rosso + bianco. Sono due colori troppo lontani e non neutri per essere accostati senza un tramite. Anche in questo caso, è il rosa - il colore che risulta dalla loro unione - ad essere il più adatto a questo scopo (è chimica, non fantasia!). 
Se avete un abito bianco, non abbinatelo alle vostre scarpe rosse, sareste troppo vistose.

Sapete che boccio a prescindere un look che contiene rosso e nero come toni principali (altra storia è bianco/nero + accessorio rosso - aggiungerei anche bianco/blu + accessorio rosso). 
Per il giorno, se volete un look semplice, adatto all' ufficio, che includa il paio di scarpe rosse che avete appena acquistato, scegliete il grigio. Non sarà mai un outfit troppo classico con un paio di scarpe rosse, magari con plateau e tacco 12.
Se volete essere originali, abbinate ad un paio di pantaloni grigi, un po' maschili, un top in pizzo, sul panna e se vi sentite troppo classiche (ma è solo un' impressione, credetemi), aggiungete un accessorio simpatico, magari con un tocco di rosso che richiama le scarpe, così:
La borsa, che NON va MAI abbinata alle scarpe colorate se non in rari casi, potrà essere in un beige chiaro o panna.

Se siete more o comunque non bionde platino, abbinate le vostre scarpe rosse al beige. Scegliete un abito non troppo aderente ma moderno. Se avete anche delle belle gambe e l' altezza giusta, potete rischiare con un abbinamento più particolare: un paio di espadrillas o un sandalo piatto, da rendere più sofisticati con un paio di orecchini importanti che richiamano il colore delle scarpe. La borsa: grande, da giorno, che richiama la cintura in color cuoio o in un altro tono di marrone:

Red shoes (again!) - with a plain beige dress

Se i colori neutri non vi piacciono proprio e amate i toni più forti per i vostri look, potete abbinare le vostre scarpe rosse al verde, il suo complementare:
Non abbinate pantaloni sabbia, panna o bianchi: sembrereste la bandiera italiana. 
Scegliete un paio di jeans, sono un buon compromesso. 
Se invece siete abituate agli abbinamenti ricchi di colore, potete accostare un top verde ad un paio di pantaloni rosa cipria - le scarpe, però, non dovrebbero essere di un rosso troppo pieno - è decisamente meglio il corallo.
Fate attenzione anche al tono di verde - anche se va di gran moda, il verde menta è difficile da abbinare al rosso pieno; anche in questo caso accostatelo al corallo - meglio se chiaro.

Tornando alle famose decolleté di vernice rossa...sapete come mi piacciono? Mi piacciono in un giorno di pioggia, in primavera, con un paio di jeans, un top morbido rosa chiaro e un k-way blu, da portare aperto, solo per riparare le spalle dall' acqua:
In questo caso, visto l' abbinamento azzardato, state attente al top che abbinate: non deve essere  troppo sportivo. Il kway è già sulla border line, ma è leggero e in un colore basico, quindi ci può stare.

Da un giorno piovoso passiamo ad una serata mondana. Ci vuole un colore delicato ma non triste: cosa c' è di meglio di un abito rosa chiaro (o di un tono più scuro se siete biondissime)?

red shoes with a powder pink dress


red shoes with a pink dress!


(Purtroppo la cintura precedentemente abbinata all' abito non si riesce a nascondere del tutto, abbiate pazienza. Tanto voi sapete che non dovete abbinare una cintura cuoio ad un paio di sandali rossi in questo caso)

Questa lezione è stata difficile, sono provata.
A presto, con altri classici (sempre e solo secondo il mio punto di vista).

domenica 3 giugno 2012

Essere amici in campagna

Essere amici in campagna vuol dire potersi dare appuntamento in un prato, rincorrere le oche, dare insieme l' erba alle pecore.
Essere amici in campagna vuol dire giocare a pallone senza i limiti di un muro di case, regalare una margherita ad una bambina ma poi snobbarla per andare a fare la pipì contro un albero insieme a tutti i maschi.
Essere amici in campagna vuol dire montare le tende e chiacchierare lì dentro fino a notte fonda, anche se il giorno dopo c' è il torneo di calcio.
Essere amici in campagna vuol dire svegliarsi per guardare due mongolfiere che passano, bere un bicchiere di latte seduti su una coperta buttata sull' erba.
Essere amici in campagna vuol dire sapere che i fiori, gli alberi, gli insetti, i frutti sono preziosi come sono preziosi i bambini. E gli amici.