mercoledì 26 giugno 2013

Francesco e il colore verde

Forse non sono nessuno per scrivere del verde, ma lo faccio come se parlassi di mia madre o delle persone che amo. Nei confronti di Madre Natura ho in più un atteggiamento di pura gratitudine, perché tutto quello che mi regala è spontaneo.
Con Francesco sto cercando di non calcare la mano. Vorrei che rimanesse affascinato dalla natura proprio come lo è ora, anche nel tempo, da adulto. E che insegnasse ai suoi figli e a tutte le persone che incontrerà quello che sta imparando ora osservando le foglie, i loro margini, il loro colore, e riconoscendo qualche albero.
So che arriverà un momento in cui questi prati e questi boschi gli staranno stretti e forse sognerà e realizzerà una fuga verso qualche metropoli. Non importa, potrà vivere in un grattacielo, ma quello che sta entrando nella sua testolina ora non andrà più via. 

Ora è al mare e la prossima settimana partirà per un campus in montagna, in un rifugio a 1800 metri. Lo so, lui saprà goderselo (anche se non so come se la caverà con le lunghe camminate in salita, visto che il Moschettiere gli offre di solito le sue spalle).
Beh, quel che è certo, è che ogni istante che lui trascorre circondato da quel meraviglioso colore che è il verde, sarà un attimo in più di bellezza.

p.s. Ecco cosa fa Francesco, ogni tanto, nei suoi pomeriggi assolati di campagna.

lunedì 24 giugno 2013

Racconti al ritorno da un giardino con il mare intorno

Siamo partiti con la tenda, passando dalle montagne e arrivando in un giardino rigoglioso e profumato. Intorno c'era il mare. Cristallino, selvaggio, con i tronchi lasciati dalle onde sulla spiaggia.

È stato bello, il vento non ci ha fatto mai sentire il caldo e il sole ci ha permesso di godere del colore dei fiori. Abbiamo visto villaggi arrampicarsi sulle colline fresche, romantiche, quasi sentimentali.
Il sud della Francia è il posto in cui abbiamo coronato il nostro amore a tre e, tornando da questi bellissimi giorni, abbiamo capito che è cambiato poco da quell'estate di quattro anni fa.
Beh, qualcosa è cambiato, in realtà. Certi fantasmi sono stati cacciati e su quella terra dove le foreste si gettano in mare felici c'eravamo solo noi (e gli amici e le persone che abbiamo incontrato con grande gioia).






venerdì 14 giugno 2013

Una giornata intensa, molto intensa

Ieri mattina ho dato l'esame finale del corso di progettazione del verde. È stata un'enorme soddisfazione, un po' perché è stato il risultato di un anno di lavoro, un po' perché mi è stato detto che il mio progetto aveva una bella impronta personale, in cui il mio approccio al colore traspariva molto. E a me piace quando gli altri capiscono l'importanza che ha il colore per me.


Poi sono passata a prendere mia madre e abbiamo pranzato insieme. Nonostante le sue chicche mi abbiano fatto come sempre sorridere (e decisamente vergognare), quando penso ai momenti che trascorro con lei li trovo preziosi. Preziosi davvero.

Mentre lei, seduta sulla panchina all'ombra in un parchetto di Milano, guardava inorridita lo spettacolo di un signore che sfoggiava i suoi attributi girovagando tra i vialetti, io ho affrontato un colloquio che si è rivelato decisamente impegnativo.

E poi l'ho accompagnata in stazione e lì ho trovato un'amica. Abbiamo fatto una passeggiata fino al posto in cui abbiamo ascoltato il discorso di una persona che volevo incontrare da tempo. Mario Calabresi mi ha regalato ancora speranza, come quel giorno in cui ho letto uno dei suoi libri tutto d'un fiato, con l'adrenalina in corpo, la pelle d'oca e, soprattutto, la voglia di alzarmi e correre come una matta verso i miei sogni.

La sera, tornata a casa, non sono riuscita a dormire subito. Ho letto qualcosa della persona che considero la mia maestra in giardino, Vita Sackville West. E ho sognato fiori, fiori e ancora fiori. 

martedì 11 giugno 2013

Verso l'arte

Ieri alla scuola d'arte ho parlato un po' con colui che sarà il futuro maestro di pianoforte di Francesco. Io ero affascinata da quel palazzo del '300, con grandi scale di marmo, affreschi. Dal giardino in ombra che ho scoperto affacciandomi alla finestra mentre Francesco faceva una scala al pianoforte. Lui mi parlava di jazz e poi del fatto che ha il pollice nero e che per lui una pianta ha vita propria, non ha bisogno di cure.
Un po' è vero. Probabilmente le piante sono gli esseri viventi più intelligenti che esistano, visto che sono ancorati alla terra ma hanno trovato da sole il modo per nutrirsi, vivere, riprodursi. Mica possono alzarsi e andare a procurarsi del cibo. O andare a zonzo cercando l'amore della loro vita.
E' che il giardinaggio è un'arte non compresa. Forse si pensa solo alla fatica che può comportare la cura di una pianta o di un fiore. Ma quando sboccia una rosa o si apre il paesaggio di un campo di fiori o ancora si scatena una cascata di fiori profumati che cadono elegantemente dalle fioriere di un balcone, beh, allora chiunque ne rimane colpito. Solo che forse in tanti fanno fatica a concepirlo come arte, a riuscire a godere dei colori, dei profumi.

Forse tutto è una forma d'arte nel mondo. Perché l'arte è qualsiasi espressione del nostro dentro. E c'è chi ha dentro la musica, chi ha dentro i fiori, chi un quadro, chi un piatto da portare in tavola. Tutto.

Tre bambini ieri hanno corso le scale in fretta per andare verso l'arte. C'è chi ha suonato la cornamusa, chi la chitarra elettrica, chi il pianoforte. 
Chi ascoltava i suoni osservando un giardino. 




p.s. A volte l'arte si esprime in piccole cose. A volte, anche piccolissime (come queste).