mercoledì 10 settembre 2014

Io che mi voglio così bene.

Il titolo è evidentemente una battuta. Già, perché è inutile continuare a dirlo (ma lo riscrivo, per sicurezza): se si nasce tondi non si muore quadrati. E io sono nata tonda, diciamo, perché la gente mi può girare intorno facendomi qualsiasi cosa e lasciare che tutto mi scivoli addosso (mentre all'interno del cerchio si aggroviglia tra i miei pensieri).
Spesso provo a guardarmi da fuori e vedo una persona che pensa sempre di dover arrivare per ultima, di aspettare perché le altre cose sono più importanti, di metterci tutta se stessa per far vedere che anche lei sa fare cose belle anche se pochi le capiscono. Perché tanto quello che fa lei non è così importante. 
Una persona che si rialza da terra. Ogni volta. Le viene fatto uno sgambetto e lei si rialza. Le viene tirata addosso una montagna di pietre e lei si rialza. Perde le speranze e lei si rialza. 
Si dispera ma lei si rialza.
E sfodera sempre il suo sorriso, non di circostanza, certo, perché lei si rialza pensando che là fuori c'è la vita, in quel giardino grande, grandissimo, mai finito.
Si chiama resilienza. La famosa resilienza, non pazienza. La resilienza grazie alla quale il giardiniere si rialza dopo un inverno troppo freddo che ha distrutto i suoi progetti, dopo un'estate troppo calda che lo ha fatto faticare da morire, dopo un seme portato via da una formica, dopo la grandine che ha distrutto il raccolto del frutteto.

Qualche volta mi siedo guardando le mie colline e mi chiedo: "Mi voglio così bene come ne voglio a mio figlio, ai miei fiori, agli alberi a cui sono riconoscente ogni giorno?"
La risposta è, evidentemente, nelle righe qui sopra. 

p.s. Il mio amore per i fiori viene espresso, come ogni mese, anche su altri siti. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgervi tutti perché, vi assicuro, la passione per il verde non richiede solo energia. Sa regalare molto. Leggete qui e qui :)